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Cesare Battisti, la rete di complici italiani che lo ha aiutato a scappare: chi rischia grosso

Gino Coala
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L'arresto di Cesare Battisti potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto nel sottobosco di fiancheggiatori e vari sostenitori dell'ambiente terroristico che affonda le sue radici nei gruppi armati nati negli Anni di Piombo. Gli uomini della Digos di Milano trasmetteranno nei prossimi giorni i voluminosi fascicoli con le intercettazioni telefoniche e telematiche che hanno permesso l'arresto di Battisti. Un'operazione tra le più sofisticate messa in campo dalla polizia italiana, costata per circa due settimane più o meno 1700 euro al giorno. Leggi anche: Battisti, la prima richiesta appena arrivato in carcere: di cosa potrà godere in cella Nei fascicoli della Digos ci sono numeri di telefoni, nickname sui social, chat e posizioni geografiche di tutta la rete di amici e complici che, soprattutto nelle ultime settimane, hanno dato sostegno al terrorista dei Pac in fuga tra Brasile e Bolivia. I contatti di Battisti sono stati frequenti, anche con l'Italia, sia con chi gli chiedeva aggiornamenti sulla sua salute, sia con chi avrebbe potuto fornirgli informazioni utili per sfuggire alla polizia. Un sistema di sostegno che ora rischia di implodere, magari anche con la collaborazione di Battisti.

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