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Imane Fadil, l'atroce "errore" dei pm di Milano: sapevano che stava per morire, eppure...

Davide Locano
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Nel mistero della morte di Imane Fadil giocano un ruolo pesantissimo alcune omissioni ed altrettanti ritardi. Nel mirino c'è la procura di Milano, che sapeva benissimo cosa le stava accadendo. Ed è per questo che non si capisce perché i pm, dopo la segnalazione sulla modella che era arrivata dalla polizia giudiziaria, non si siano precipitati all'Hmanitas di Rozzano dove era ricoverata, per recuperare la cartella clinica ma soprattutto per interrogarla. Secondo la procura, la Fadil era un testimone prezioso nel processo Ruby Ter. Eppure non hanno voluto sentirla anche se sapevano che, forse, sarebbe potuta morire: sin dal giorno del ricovero, il suo midollo spinale risultava compromesso. Ma tant'è, il buco ormai è incolmabile: nessun verbale, infatti, riporterà mai la sua verità. Un'omissione che, ad ora, resta inspiegabile ma soprattutto incomprensibile. Leggi anche: "Topi e urina", la fine agghiacciante di Imane Fadil

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