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Sea Watch 3, la sentenza del 2006 che inchioda i magistrati: perché Carola Rackete libera è uno scandalo

Davide Locano
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Si deve tornare al lontano 14 giugno 2006 per trovare una sentenza che dimostra in modo davvero lampante come per Carola Rackete, la comandante di Sea Watch 3, la magistratura italiana - almeno fino a questo momento - abbia avuto un occhio di riguardo. Una sentenza rilanciata in pompa magna sui social da Matteo Salvini. In breve, nel lontano giugno 2006, un uomo fu condannato 16 mesi di carcere per aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, considerata una nave da guerra. Esattamente quello che ha fatto Carola Rackete alla guida della nave della ong, senza considerare tutte le aggravanti del caso-Sea Watch 3, a partire dalle violazioni delle acque territoriali italiane e fino all'ingresso nel porto di Lampedusa nonostante l'esplicito no delle autorità italiane. Leggi anche: Sea Watch 3, Morgan si schiera con Salvini Nella sentenza, si legge: "L'imbarcazione però, dopo l'intimazione di alt, si era data alla fuga a luci spente ed era riuscita a speronare l'unità militare (...). La corte suprema di Cassazione rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese". Salvini, rilanciando la vicenda sui social scrive: "Così, giusto per sapere... Sentenza di condanna a 16 mesi di carcere a un uomo che speronò una motovedetta della Guardia di Finanza, considerata nave da guerra. Ma quella persona non si chiamava Carola". Poco da aggiungere. Di seguito, il post di Matteo Salvini su Twitter: Così, giusto per sapere... Sentenza di condanna a 16 mesi di carcere a un uomo che speronò una motovedetta della Guardia di Finanza, considerata nave da guerra. Ma quella persona non si chiamava Carola. pic.twitter.com/bZ51UNmnB8— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 luglio 2019

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