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Marò, il giorno dell'arbitrato. L'ambasciatore Azzarello: "Perché l'India ha già condannato Latorre e Girone"

Giulio Bucchi
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Ieri, durante l' ultima udienza al Tribunale arbitrale internazionale all' Aja sul caso della Enrica Lexie, le delegazioni di Italia e India hanno espresso le loro posizioni. Per l' Italia, l' ambasciatore Francesco Azzarello nel discorso di apertura ha ribadito che il Paese rivendica la giurisdizione sul caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri della marina accusati della morte di due pescatori indiani a largo del Kerala. Secondo Azzarello, i marò erano membri delle forze militari italiane in servizio ufficiale, in servizio a bordo di una nave battente bandiera italiana in acque internazionali. Leggi anche: Marò Latorre, gli auguri di Natale che fanno morire Monti di vergogna Per questi motivi, deve essere loro conosciuta l' immunità dalla giustizia straniera. L' Italia, ha aggiunto Azzarello, ha mosso tutti i passi per poter esercitare la sua giurisdizione. Il procedimento in India, invece, secondo Azzarello non prevede la presunzione di innocenza e nel Paese i marò «sono stati considerati colpevoli di omicidio ancora prima che le accuse fossero formulate». Inoltre, ci sono stati «ingiustificabili ritardi» nel processo. Non si può, infine, non tenere in considerazione l' aspetto umanitario, visto che Latorre e Girone sono stati privati, in modi diversi, della libertà negli ultimi sette anni e mezzo. Il rapporto fra Italia e India, ha spiegato Azzarello, è stato teso per lungo tempo, ma dopo la sentenza del 2016 le relazioni «sono tornate su un percorso di normalizzazione». Opposta, ovviamente, la posizione di Balasubramanian, rappresentante dell' India, che ha ribadito come «i due pescatori sono le vittime». L' udienza sul caso Enrica Lexie durerà due settimane, fino al 20 luglio, e la sentenza arriverà entro sei mesi.

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