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Mario Cerciello, clamorosa svolta: il pusher aveva un informatore. Si tratta di un appuntato dei carabinieri

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Caterina Spinelli
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Italo Pompei, il pusher del caso del carabiniere Mario Cerciello Rega, aveva un referente tra i carabinieri. È un appuntato con il quale risultano oltre 2.000 contatti in due anni. A scoprirlo gli uomini del Nucleo investigativo dell'Arma nell'ambito dell'indagine su quanto accaduto nella notte tra il 25 e il 26 luglio scorsi, prima dell'aggressione al vicebrigadiere a Roma, ucciso con undici coltellate dal diciannovenne Lee Finnegan Elder mentre era con l'amico Gabriel Natale Hjorth, anche lui accusato di omicidio. Leggi anche: Omicidio Rega, qualcosa non torna: lui e il collega senza pistola e tesserino E adesso saranno loro a dover verificare la natura di questi rapporti, chiarire anche come mai fossero così assidui. Questo è uno dei tanti misteri che infittisce la vicenda, già segnata da troppi punti oscuri. Anche perché gli atti messi a disposizione degli avvocati difensori svelano le diverse versioni fornite nel tempo da Andrea Varriale, il vicebrigadiere che ha gestito l'operazione. nonché l'unico testimone dell'aggressione. 

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