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Vittorio Feltri sulla morte dell'Ilva: "Magistratura, i cretini di sinistra e l'incapace Luigi Di Maio"

Davide Locano
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Gli indiani che avevano rilevato l'Ilva di Taranto, davanti alle condizioni capestro poste dall'ex ministro del Lavoro (che non ha mai sgobbato) Di Maio, hanno disdetto il contratto e salutano l'Italia, Paese inospitale per qualsiasi azienda intenzionata a impegnarsi con profitto. La ragione è dalla loro parte benché la decisione assunta dalla dirigenza danneggi la città pugliese e l'economia nazionale. La maledizione che ha colpito l'acciaieria, una delle maggiori d'Europa, dunque continua ad accanirsi con ferocia. Il disastro cominciò anni fa quando la magistratura indagò la ditta accusata - dietro varie segnalazioni - di inquinare l' ambiente provocando il cancro a numerose persone, in particolare i dipendenti. In pratica, per semplificare, i proprietari - i signori Riva - furono arrestati e il capofamiglia, un grande industriale, ci lasciò per disperazione le penne. Mentre la fabbrica fu paralizzata con grave danno per tutta la comunità, incluse le maestranze. Leggi anche: Vittorio Feltri su Ruini: "Finalmente qualcuno che ragiona" La magistratura fu implacabile, i padroni delle ferriere passarono per gente cinica che non esitava a sacrificare vite umane ai fini del business. In realtà risulta che a Lecce, dove non esistono opifici, la percentuale di vittime di tumore era uguale a quella di Taranto. Evidentemente il problema che causava i decessi era un altro, non l'acciaio e le sue scorie. Non importa, lo stabilimento entrò in una crisi micidiale di cui, con la rinuncia indiana, seguitiamo a patire le conseguenze. Gli italiani sono abituati allo sterminio dei produttori di ricchezza, considerati, secondo una mentalità comunista diffusa, sfruttatori degli operai. Ma in questo caso, ai cretini di sinistra, si è aggiunta l'incapacità del prode Gigino, ora responsabile della Farnesina, il quale è stato in grado di seppellire una impresa florida firmando un patto inaccettabile per gli acquirenti stranieri. Il minimo che ci si attenderebbe da lui è che vada a nascondersi in eterno, invece rimarrà agli Esteri pronto a fare altri danni. La morte dell'Ilva è un delitto atroce di cui nessuno risponderà. Ciò è garantito. di Vittorio Feltri

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