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Maltempo, parla l'eroe del viadotto Torino-Savona: "Ho fermato quel bus sbracciando e gridando"

Caterina Spinelli
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"Un conto è guardare la tv, un altro è vedersi la morte in faccia". Daniele Cassol commenta così la scena che si è trovato davanti domenica 24 novembre, quando stava percorrendo l'A6 Torino-Savona e la strada è venuta giù assieme al viadotto Madonna del Monte, travolto dalla frana. Immagini che ricordano quelle del Ponte Morandi con l'unica differenza che qui non ci sono state vittime. Merito proprio di lui, guardia giurata di 56 anni, che non appena ha visto quanto stava accadendo, ha fermato la Panda dell'istituto di vigilanza "La Pantera" e si è messo a sbracciare evitando che le auto e un pullman finissero nella voragine. Leggi anche: Maltempo in Liguria, crolla una porzione di viadotto sulla Torino-Savona "Ho fatto solo il mio dovere - si giustifica in un colloquio con Repubblica -, è stato un istinto a guidarmi, forse perché faccio questo lavoro da tanti anni". Cassol si è ritrovato improvvisamente "di fronte a un buco nero": "Stavo andando a Cengio per un sopralluogo - racconta minuziosamente -, alle 13.51 ho preso l'A6. Davanti a me c'era quel pullman delle ferrovie, mi hanno detto in sostituzione di un treno che non poteva partire per le frane. L'ho sorpassato e dopo poco è sparito dallo specchietto". E ancora: "Ho visto sulla mia destra un Suv fermo sulla corsia di emergenza e un uomo che allargando le braccia mi faceva segno di fermarmi. Urlava, ho pensato a un problema alla macchina o un malore, così dalla corsia di sorpasso mi sono spostato a destra per cercare di fermarmi". Ed ecco che si è salvato, scendendo in tempo per salvare anche gli altri guidatori che, inconsapevolmente, stavano finendo nel precipizio. "Un miracolo" per Daniele che ancora non riesce a comprendere come sia sopravvissuto.

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