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Migranti, il governo apre le casse: torna il business dell'accoglienza

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Il governo anti-Salvini ha deciso: bisogna aumentare i fondi destinati all'accoglienza dei migranti e commissionare uno studio sulle condizioni dei centri di accoglienza. Il tutto, naturalmente, a spese dei contribuenti. Infatti, come sostiene Il Giornale, il governo intende cancellare il decreto ministeriale di Matteo Salvini, il quale ridusse le indennità giornaliere destinate per ciascun migrante tra i 21 e i 25 euro. Il governo vorrebbe ripristinare le tariffe pre-Salvini, le quali si aggirano tra 31 e 35 euro. Ma non finisce qui. Prima di abrogare il decreto, verranno condotte delle valutazioni sugli standard dei centri di accoglienza straordinaria. Per approfondire leggi anche: Il migrante tunisino partito dall'Africa e arrivato a Pantelleria in windsurf La mangiatoia sarà aperta per un gruppo di imprese, le quali hanno ricevuto l'incarico di effettuare valutazioni e monitoraggi sugli standard di accoglienza, ed in cambio riceveranno una retribuzione pari a circa 3 milioni di euro. Il Giornale ha scovato alcune imprese partecipanti, con personaggi vicini al Pd e al mondo della sinistra. In particolare, tra le imprese del gruppo figurano la Cles srl di Alessandro Ferdinando Leon, figlio di Paolo; il Cespi, presieduto da Piero Fassino, ma anche il Codici, cooperativa sociale milanese presieduta da Massimo Conte, strenuo difensore dei diritti Rom e Sinti; il centro di ricerca Reflect e il Cnr Incres di Torino.

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