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L'Algeria ci riempie di migranti e ci ruba pure il mare sardo. Il fallimento di Conte e Di Maio

Giulio Bucchi
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Se l' Italia cede la propria sovranità sul tratto di mare fra la Sardegna e l' Algeria, il messaggio suona: «Accomodatevi, fate pure come se foste a casa vostra». Ed ecco come le coste sulcitane sono divenute la meta preferita per migliaia di migranti algerini, denuncia da tempo il capogruppo di Fratelli d' Italia in Commissione Difesa, Salvatore Deidda. Peccato che l' Italia nel frattempo abbia rinunciato a esercitare la propria giurisdizione su quello stesso spazio marittimo, come spiega l' ex presidente della Regione Sardegna, Mauro Pili, che ha reso pubblica una cartina dove è segnata la "porzione" di mare abbandonata dall' Italia e rivendicata dopo un blitz del governo nordafricano. Con un proprio decreto unilaterale, spiega il politico sardo, «l' Algeria fa sue tutte le acque a ridosso delle 12 miglia passando da Sant' Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero. Un corridoio che fiancheggia le acque territoriali sarde e sottrae a ridosso delle nostre coste l' uso comune delle acque internazionali su quel fronte di mare».  Leggi anche: Conte e Di Maio "turisti per caso". Sallusti: "A cosa hanno ridotto oggi l'Italia" La rivendicazione - «Ad attaccare i confini internazionali a mare questa volta è l' Algeria che, con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo del 2018, ha messo nero su bianco i nuovi confini della propria zona economica esclusiva marittima. Operazione emersa solo qualche settimana fa, ma tenuta segreta di fatto in Italia», afferma Pili. Sotto accusa è l' atteggiamento rinunciatario di Roma, che: «come al solito, dorme e soltanto qualche settimana fa ha presentato una protesta formale alle Nazioni Unite. Nonostante il tentativo dell' Italia di porre rimedio a questa gravissima falla nel sistema della tutela dei confini a mare e delle acque internazionali, dall' Onu non è arrivata sino a oggi nessuna risposta. Sorprende come tutte le forze politiche e gli stessi governi, sia quello italiano che quello sardo, non siano stati in grado di respingere questo ennesimo blitz ai danni della Sardegna e dei sardi. Svendono la Sardegna e anche il suo mare». Ci vedono deboli sul piano internazionale e se ne approfittano, insomma, tanto che, «le mire espansionistiche messe in atto con il decreto del Presidente della Repubblica algerina non riguardano ovviamente solo la pesca e l' acquacoltura o la generica valorizzazione e protezione del mare ma si spinge direttamente sul tema delle risorse energetiche. Gli algerini hanno deciso, infatti, di estendere da 40 a 180 miglia la propria zona economica esclusiva con un confine valido anche per il fondale. A largo di Sant' Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero non solo avranno l' esclusiva per la pesca ma anche quella per la ricerca e lo sfruttamento di risorse energetiche». di Andrea Morigi

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