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Treno deragliato a Lodi, il macchinista Mario Di Cuonzo: beffa atroce, mancavano solo pochi giorni...

Davide Locano
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A Mario Di Cuonzo, 59 anni, originario di Capua (in provincia di Caserta), mancava davvero poco alla pensione. Pochi mesi. E già si pregustava quelle giornate più lunghe, nelle quali treni, cabine di pilotaggio e binari sarebbero stati soltanto il piacevole ricordo di una passione che condivideva con il fratello Maurizio. Si immaginava cliente, finalmente, magari per andare a trovare i parenti giù da Pioltello, dove viveva da anni. Leggi anche: Treno deragliato a Lodi, l'ipotesi dell'errore umano Anche il suo futuro si è spezzato ieri, all'alba, quando il treno che da Milano sarebbe dovuto arrivare a Salerno è deragliato e lui è stato sbalzato per cinquecento metri lontano dal convoglio che pilotava. Anche il suo corpo giace ora all' ospedale maggiore di Lodi, luogo in cui regnano lo sgomento e l' incredulità per una tragedia assurda. Di Cuonzo, che lascia una moglie e un figlio, faceva parte di un gruppo di ferrovieri considerati altamente qualificati. Quando è arrivata l' alta velocità in Italia, era stato tra i primi ad essere reclutato per la guida dei treni Frecciarossa. Selezione dopo selezione, era riuscito a guidare quei vagoni dalla velocità impressionante. Lo faceva così bene tanto da formare le nuove leve di macchinisti e poco si interessava dell' attività sindacale che pure faceva parte dei suoi impegni. Di Cuonzo, ricorda chi lo ha conosciuto bene, aveva vissuto con grande dolore la tragedia avvenuta a Pioltello nel gennaio del 2018, quando il deragliamento di un treno regionale provocò la morte di tre persone e il ferimento di una cinquantina di pendolari. Per lui il sindaco di Pioltello, Ivonne Cosciotti, ha proclamato il lutto cittadino. (Tiz. Lap.)

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