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Le dieci località in Italia con il tasso di mortalità più alto

Terra dei fuochi in testa, seguono le zone industriali del nord, Livorno e Sicilia

Valerio Castorelli
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L'analisi del progetto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) ha portato a galla una situazione allarmante per gli abitanti dei siti di interesse nazionale per le bonifiche. I dati dell'Istat raccolti dal progetto sono concentrati nei territori dove il tasso di mortalità è incredibilmente alto, in particolare sull'incidenza dei tumori nella popolazione adolescente da 14 a 19 anni. Sono stati analizzati gli incrementi di malattie collaterali ai tumori, malattie respiratorie e le cause di morte in età adolescenziale causati dalla presenza di inquinamento chimico di impianti industriali oppure in aree ambientali a rischio. La graduatoria  - Al primo posto si piazza "La terra dei Fuochi", che presenta la percentuale più alta di mortalità dovuta ad inquinamento ambientale da discariche. Coinvolge tantissimi comuni del Litorale domizio-flegreo e Agro aversano. Segue a ruota il litorale Vesuviano dove la mortalità è legata alla presenza di amianto e altri siti di smaltimento di rifiuti pericolosi. Al nord bollino rosso per Marghera, località nel comune di Venezia, sede del petrolchimico e il porto di Trieste, una delle principali cause di inquinamento ambientale insieme agli impianti di siderurgia. Quinto posto per l'area industriale di Livorno. Segue Priolo, in provincia di Siracusa, che con i suoi impianti petrolchimici, discariche e amianto ha un'altissima incidenza di cancro tra gli adolescenti monitorati. Ultimi posti per le zone industriali di Sassuolo-Scandiano, Massa Carrara, Trento nord e Bolzano. Nella topo ten rientra anche la "siciliana" Gela, che detiene il triste record di primo comune sotto i diecimila decessi dovuti a malattie legate all'inquinamento ambientale tra il 1995 e il 2008. 

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