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Torino, rivolta dei professori contro l'alcol-test

A Torino gli insegnanti obbligati (per legge) a fare il "palloncino". Il grido di dolore: "Uno spreco, e ci umiliano". Così scatta la protesta...

silvia belfanti
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I professori torinesi sono in rivolta. Dopo l'approvazione nel 2008 della legge che impone ai dirigenti solastici una "verifica dell'assenza delle condizioni di alcoldipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti", i professori sono stati obbligati a sottoporsi a un alcol-test. È successo nel liceo Regina Margherita di Torino, dove la dirigente scolastica, Maria Torelli,  ha imposto ai 130 docenti dell'istituto di sottoporsi ai controlli decisi dalla legge per motivi di sicurezza.  La polemica - "Sono controlli inutili, umilianti e anche costosi, che pesano sui fondi risicati delle scuole" afferma al Corriere della Sera Mario Frisetti, uno dei docenti dell'istituto che è anche delegato sindacale del Cub. "Ho provato a rifiutarmi ma la preside mi ha detto che avrebbe dovuto sospendermi. Quindi mi toccherà fare la visita". L'alcol test intanto approda anche in altri istituti; Tommaso De Luca, dirigente scolastico di un altro istituto di Torino, l'Itis Avogadro, si schiera con i docenti e spiega l'inutilità di questi controlli: "In caso di comportamenti sospetti, i presidi potevano già sottoporre gli insegnanti a una visita medica obbligatoria".  Non ci sono fondi - I docenti considerano questi test come un inutile spreco di denaro, che potrebbe invece essere investito in materiali per gli studenti o in ristrutturazioni degli edifici scolastici; i controlli "costeranno tra i 3 e i 4mila euro - dice Frisetti facendo qualche conto - poi però mancano soldi per tutto il resto". Intanto, vista l'impossibilità di sfuggire ai controlli, i docenti hanno deciso di attuare una protesta simbolica e hanno organizzato una "colazione berlinese" a base di spumante. 

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