Orrore a Roma. Un trentacinquenne italiano ha decapitato una donna una mannaia, con la quale ha poi aggredito gli agenti. La polizia ha dovuto sparare e lo ha ferito. L’assassino, trasportato al Sant’Eugenio, è morto poco dopo. L’omicidio è avvenuto in via Birmania 86, nel cuore vip dell’Eur. Sono stati i vicini di casa ad allertare la polizia, allarmati dalle grida dovute, probabilmente, a una furibonda lite. Gli agenti sono entrati nella villa e seguendo una scia di sangue sono scesi giù nel seminterrato. La scena è stata agghiacciante: il corpo della vittima, una quarantenne ucraina, che sarebbe stata la colf dei proprietari, in un lago di sangue e il killer con la mannaia ancora in mano. L’omicida era in divisa paramilitare, con anfibi e una maschera antigas sul viso,si è scagliato contro i vigili del fuoco e gli agenti, che per fermarlo hanno dovuto sparare e lo hanno colpito a morte. Ma sul parabrezza dell’auto dell’uomo, una Chevrolet grigia, portata via nel pomeriggio, ci sarebbero due fori. Le urla disperate - Le urla della donna che ha tentato invano di sfuggire all’assassino sono state sentite dagli abitanti della villa adiacente: "Il mio datore di lavoro ha chiamato la polizia, erano circa le 10 - racconta Charlie Naprada, giovane cameriere filippino - Quando sono arrivati gli agenti abbiamo dovuto dargli due scale per superare il muro di cinta perchè non rispondeva nessuno". La Squadra mobile ha accertato che nè l’assassino nè la vittima avevano i documenti. Intanto il medico legale Silvestro Mauriello lasciando la villa ha confermato che "si è trattato di un delitto molto efferato". Secondo le prime ricostruzioni l’uomo sarebbe stato ospite già da un paio di mesi dei proprietari della casa, in cui avrebbe continuato a risiedere anche dopo la partenza della famiglia per le vacanze. "Il corpo a pezzi" - Secondo la ricostruzione degli inquirenti dopo il delitto l'uomo avrebbe anche cercato di fare a pezzi il cadavere, forse per poi nasconderlo o trasportarlo più facilmente. Intanto la polizia cerca un movente per l’omicidio. Tra l’assassino e la donna uccisa non ci sarebbe alcun rapporto pregresso. Né ci sarebbero state da parte della donna denunce per stalking, minacce o altro.