Parla la mamma dei bimbi dispersi"Non sono un mostro. Li ho lasciati per salvarli"

Alexia racconta la disavventura. Rifarebbe tutto quello che ha fatto per salvare i suoi figli: "Forse ho sbagliato a non dargli il mio giubbotto"
di Nicoletta Orlandi Postidomenica 5 gennaio 2014
Parla la mamma dei bimbi dispersi"Non sono un mostro. Li ho lasciati per salvarli"
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La procura di Tivoli sentirà la prossima settimana la mamma di Nicole (4 anni) e Manuel (5 anni) protagonisti di un'avventura che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia nei boschi di Monte Livata l'ultimo giorno dell'anno. Ma anche il domestico che per ultimo ha visto la donna con i bimbi allontanarsi dalla casa dove erano ospiti per andare nel bosco. Al momento il fascicolo non ha ipotesi di reato, è aperto per "atti relativi", una fomalità che permetterà agli inquirenti di chiarire tutti i contorni della vicenda che per alcuni non è chiara per niente.  La neve come pasto - “Mi hanno dipinta come un mostro, l'orco cattivo delle favole. Come la madre che ha abbandonato i figli   al freddo, nudi, scalzi e se n'è andata in giro per il bosco. Beh,   sono davvero dispiaciuta per tutto quello che mi è stato riportato”: Alexia Canestrari si sfoga in un’intervista a 'La Repubblica' .  “Erano le 13.30", racconta. "Avevo portato Manuel e Nicole a giocare dove c'erano altri bambini con lo slittino. Al ritorno, Manuel  che è quello più curioso mi ha chiesto di passare attraverso il  boschetto così vedevamo gli animali. Ho detto va bene”. Quanto al cellulare Alexia Canestrari spiega che quando è uscita di casa aveva il 22% di batteria. “Pensavo di rientrare dopo poco", aggiunge. "Quando ho capito che si stava facendo tardi e l’ho cercato nella tasca  per vedere che ora fosse, mi sono accorta che era spento”. Intorno alle 17.30, racconta ancora, “io ero già sfinita, non ce la facevo più a trainare la slitta coi bimbi sopra, 50 kg per tanti chilometri ti sfiancano”. Il racconto di Alexia prosegue con il gioco che aveva inventato per non spaventare i bambini quando si è accorta che non riusciva a trovare la strada del ritorno. "Ho cercato di far vivere loro un'avventura, un gioco. Avevo notato dei segni rossi e bianchi sugli alberi e ho intuito che potessero indicare un percorso. Così ho detto loro 'chi vede prima i segni vince'. Loro erano entusiasti". "Abbiamo mangiato chili di neve perchè avevamo sete e fame", continua la donna, "io ho tutto il palato tagliato perché me la mangiavo a morsi. Ero stremata". Lasciato in una grotta - Alexia arriva poi al momento in cui lei decide di mettere al riparo i suoi bimbi: “Stavo morendo di freddo e mi stava prendendo un gran sonno. Loro erano stanchi e non volevano più camminare. Ho provato a   prenderli in braccio, ma non ce la facevo”, spiega. “Mi sono detta: se mi fermo, mi addormento, mi congelo e a loro chi pensa? Così li ho  coperti coi loro giubbotti, gli ho messo il cappuccio e le manine nella tasca e mi sono allontanata”. "Ho detto a Manuel di rimanere lì a dormire che io sarei andata a cercare aiuto. Mentre mi allontanavo Nicole voleva sentire la mia voce e io ho continuato a parlare. Poi ho cominciato a correre. Mi sono buttata in due dirupi per arrivare a valle. Non so quanto tempo è passato, forse ore, ma alla fine ho visto le luci dei carabinieri". Alla domanda se rifarebbe la stessa cosa Alexia non ha dubbi: "Sì, gli lascerei il mio giubotto".  Da parte loro Nicole e Manuel sono ancora ricoverati in ospedale ma stanno bene. "Gli ho parlato", dice la mamma, "non hanno capito la disavventura, ora vivono l'attimo da eroi".