Jiahd, la nave Cavour in prima linea per combattere il terrorismo

di Andrea Tempestinidomenica 14 settembre 2014
Jiahd, la nave Cavour in prima linea per combattere il terrorismo
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Nella seconda giornata del vertice Nato di Newport in Galles, è stato deciso che anche l'Italia entrerà nella coalizione anti Isis. La decisione adottata durante il verice Nato, prevede la creazione di una task force internazionale con il compito di bloccare il flusso di combattenti stranieri che arrivano in Siria e in Iraq, il contrasto al finanziamento dell'Isis, la gestione di crisi umanitarie e il sostegno militare all'Iraq. In questo quadro, assumerà particolare importanza il ruolo svolto dall'Italia e dalla sua Marina militare: secondo il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, «nel Mediterraneo sono presenti diversi punti nevralgici, che presentano un alto grado di criticità, che li rende vulnerabili e tereno ideale per attacchi di terrorismo». Secondo la Nato, «i terroristi possiedono circa 23 navi mercantili, alcune della quali in grado di percorrere rotte oceaniche, registrate sotto la bandiera di Liberia, e Panama. Lo stretto di Gibilterra e il Mediterraneo, sono da considerarsi come possibili obbiettivi, con traget sia militari che civili». Il nostro Paese e la sua flotta militare ricoprono un ruolo fondamentale, anche per la presenza di NAVSOUTH a Napoli: il più grande apparato navale a disposizione della Nato nel Mediterraneo. Libero ha avuto la possibilità di salire a bordo della nave ammiraglia della nostra flotta, la portaerei Cavour, alla scoperta delle sue diverse modalità di impiego: operazioni di supporto alla pace, operazioni di prevenzione delle crisi internazionali e di difesa e protezione delle vie marittime. Compiti svolti con successo già in diverse missioni, visto che la Cavour alla testa del 30° Gruppo navale, ha svolto delicate missioni anti pirateria e anti terrorismo nel canale di Suez, in Arabia Saudita, a Gibuti, negli Emirati Arabi, in Bahrein, Kuwait, Qatar e Oman. Operazioni rese possibili grazie al cervello della portaerei: la centrale operativa di combattimento, con le “staff room”, 190 postazioni operative con la tecnologia più moderna. È da qui che opera il Combatt Managment System, un sistema in grado di garantire grandi capacità di comando, di controllo, di comunicazione, trasporto, e di assicurare l'invio di forze operative in zone critiche. La Cavour è in grado di intervenire in qualsiaisi contesto, avvalendosi dei migliori specialisti, con compiti di intelligence, comunicazione e selezione degli obbiettivi strategici da colpire. La portaerei Cavour, è considerata dalla Nato come una delle navi più importanti, proprio per le sue caratteristiche di flessibilità e di mobilità che hanno esaltato il ruolo della nostra ammiraglia in missioni interforze e multinazionali. Come è accaduto di recente nelle attività di aiuto alla popolazione in Kenya, Tanzania, Madagascar, Mozambico, Africa del Sud, Angola, Nigeria e Ghana, con l' "Operation Smile", e 114 interventi chirurgici su bambini affetti da gravi malformazioni. Operazioni rese possibili grazie a un gioiello della medicina militare: un vero e proprio ospedale costruito a bordo della portaerei, con tanto di Pronto Soccorso, apparecchi per la telemedicina, la diagnostica specializzata, e la Tac collegate con l'ospedale del Celio a Roma, oltre a due sale operatorie, una sala per malattie infettive e un'unità di radiologia. Capacità logistiche e operative uniche, che presto potrebbero tornare utili nell'operazione anti Isis della Nato o per gestire crisi come quelle cui stiamo assistendo in Libia. di Leonardo Piccini

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