"Sono Pietro Grasso", la truffa di un vigile

di silvia belfantidomenica 30 marzo 2014
"Sono Pietro Grasso", la truffa di un vigile
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Un caso di omonimia sfruttato per architettare una truffa da migliaia di euro. Un vigile di Reggio Calabria, di nome Pietro Grasso, affermava di essere un cugino del presidente del Senato. L'obiettivo? Estorcere soldi, chiedere tangenti. In cambio, il vigile truffaldino, offriva raccomandazioni, con tanto di documenti falsi che "certificavano" le sue truffe. "Dammi i soldi e ti faccio assumere" diceva alle vittime dei suoi raggiri, vantando conoscenze "alte" in politica, magistratura e addirittura nei servizi segreti. Una "truffa certificata" - L'alto tasso di disoccupazione di Reggio Calabria - dove circa il 40% dei cittadini è senza lavoro - convinceva decine di disoccupati a pagare le tangenti, che variavano dai 5mila ai 15mila euro, con la speranza di poter ottenere un lavoro. Gli agenti di polizia che hanno scoperto la truffa hanno trovato nella sua abitazione una stamperia, con decine di documenti e certificazioni false. L'uomo è stato sospeso dal servizio come vigile urbano e ha ricevuto un avviso di garanzia.    

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