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Coronavirus, da Monaco a Codogno: il vero paziente 0, l'ipotesi sul contagio in Italia

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Il primo caso accertato di Covid-19, l’infezione scaturita dal nuovo coronavirus emerso in Cina, si è verificato a Monaco di Baviera il 24 gennaio. Si tratta di un uomo di 33 anni infettato da una donna d’affari arrivata da Shanghai, che l’avrebbe infettato mentre era asintomatica. Entrambi sono poi risultati positivi al tampone faringeo. Nello specifico, si tratta di un uomo di 33 anni contagiato da una donna d'affari di Shanghai, che ha incontrato durante un meeting di lavoro il 20 e il 21 di Gennaio a Monaco di Baviera. Il giovane ha sviluppato i primi sintomi respiratori proprio il 24 gennaio, mentre la donna, che è rimasta in Germania tra il 19 e il 22, ha accusato i sintomi dell'infezione mentre era sul volo di ritorno diretto in Cina. Tutti e due sono risultati positivi al coronavirus dopo aver effettuato i tamponi faringei, così come altri tre colleghi della stessa azienda.

 

Ed è in quei giorni, all’inizio di febbraio che il virus arriva in Italia dalla Baviera. Due settimane prima della scoperta del paziente 1 di Codogno. Come, scrive Repubblica, non è chiaro. L’ipotesi avanzata da diversi scienziati e alcune autorevoli riviste ha riavvolto il nastro di questa epidemia portandoci al 29 gennaio quando i primi tre casi di contagio da essere umano ad essere umano fuori dalla Cina sono stati registrati con una certa preoccupazione dall’Organizzazione mondiale della sanità: in Giappone, Vietnam e Germania, appunto. Il caso tedesco, lo conferma il genoma del virus, risale ad un paio di settimane prima e porta alla ribalta una storica azienda che produce componenti automobilistiche, fondata a Stockdorf. Potrebbe essere stato un italiano che era proprio a Stockdorf sede della Webasto che ha diverse uffici nel nord Italia: uno a 45 chilometri da Codogno.

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