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Coronavirus, la testimonianza: "Armando morto in due giorni e in solitudine. Non aveva sintomi"

Coronavirus, i funerali 

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"Mio suocero di 83 anni è morto il 5 marzo all'alba di polmonite. Polmonite da Coronavirus". È il racconto che Maila Castaldo racconta al Tempo in edicola oggi. La signora in una intervista racconta come stava suo suocero Armando prima del coronavirus: "Era un trapiantato di fegato e faceva uso di immuno soppressori dal 92. Subito dalla prima notizia del malato a Codogno, Armando era con mia suocera e si era messo in isolamento volontario perché ovviamente soggetto a rischio. Codogno è a venti chilometri di distanza e anche se le notizie sembravano in generale rassicuranti mia suocera gli aveva costruito un cordone blindato".

 

 

 

 Poi cosa accadde? "Armando vomita per due giorni da sabato 29 febbraio. Inizialmente sembra una enterite in quanto non appare alcun sintomo respiratorio, zero febbre, nessun affanno, solo un po' di nausea e molta astenia. Lunedì 2 marzo decido di chiamare il 118 che arriva di default in assetto "anti corona virus", tipo B Movie Americano. Non aveva febbre, nemmeno la tosse e nessun cenno di affanno. I tamponi poi non sono arrivati ma il medico, che ci chiama a casa (perché i parenti assembrati nelle sale d'attesa sono un pericolo ed in pericolo) ci dice chiaramente che i sintomi sono del tutto compatibili con il Covid-19. Il giorno 4 alla mattina lo trasportano a malattie infettive, in reparto, perché si libera un po sto. Mio suocero mangia e non vomita più, scherza con le infermiere. Iniziano con le terapie retrovirali una specie di cocktail. A mezzogiorno arriva il tampone. Positivo Covid 19. Poi all'alba del 5 marzo , una grande crisi respiratoria ed Armando non la supera. Vola via per sempre".

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