Non solo gli operatori sanitari dell'ospedale Cardarelli di Napoli, anche i netturbini di Roma si danno alla macchia. All'Ama quattro dipendenti ogni dieci sono a casa e non arruolabili. Molti sono in malattia, altri in ferie e altri ancora in permesso parentale oppure in congedo per la 104. Assenze che in alcune zone - racconta il Messaggero - toccano il 60 per cento. Una percentuale destinata a crescere dopo l'avvertimento dell'Istituto superiore di sanità prima e la Regione poi. Questi hanno di fatto congelato la differenziata per le persone contagiate da coronavirus o quelle in quarantena, imponendo loro di gettare tutti i materiali nel cassonetto dell'indifferenziato. Una scelta che ha gettato la chat dei dipendenti della municipalizzata nel panico: "Abbiamo paura a raccogliere i rifiuti!", "Come facciamo a riconoscere questi rifiuti speciali?" si scrivono.
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La principale preoccupazione del governo italiano, ora, è il Sud. Il punto è che si teme un'espansione...Ad aggravare la situazione il contagio di un capo operaio della sede di Rocca Cencia, adesso ricoverato allo Spallanzani. Intanto l'ad di Ama Stefano Zaghis, tiene a ribadire che la municipalizzata "sta mettendo in campo il massimo sforzo e tutte le misure possibili di protezione e tutela dei lavoratori sono state tempestivamente attivate e vengono costantemente adeguate in ragione dell'evolversi della situazione".