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Coronavirus, l'ultima ipotesi sull'epidemia al Nord: le mappe dei contagi e della densità delle fabbriche sono sovrapponibili

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Sono tante le ipotesi che si susseguono per spiegare l'effetto drammatico del coronavirus nelle regioni del nord Italia. E ora come ora c'è una correlazione che non può lasciare indifferenti. Secondo Il Fatto Quotidiano se si confronta la concentrazione dei contagi con quella delle industrie italiane di media dimensione si nota un certo legame. I contagi sono più diffusi proprio nelle aree della Penisola dove ci sono più stabilimenti produttivi. "Se il virus si diffonde dal Nord - spiega l'epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza - è chiaro che si riscontra una correlazione spuria fra diffusione delle fabbriche e della malattia. Il Nord è l'area più esposta alla globalizzazione e quindi è logico che il virus si sia diffuso maggiormente lì".

 


A fargli eco anche un altro epidemiologo: Pier Luigi Lopalco , secondo il quale sono proprio i legami fra le imprese del Nord e la Cina ad aver favorito la diffusione dell' epidemia in quelle zone industrializzate. "La serrata in Cina ha funzionato e senza quel livello di chiusura l'epidemia durerà di più in Italia. Più chiudi, più breve sarà la circolazione". Ma il legame fra densità delle fabbriche e diffusione del coronavirus resta di per sé solo "un' ipotesi". Un'idea presa in considerazione dal primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, che proprio nella giornata di ieri, venerdì 20 marzo, ha annunciato la chiusura delle attività non essenziali. D'altronde - come prosegue il quotidiano di Travaglio - le mappa dei contagi e quella delle industrie sono quasi perfettamente sovrapponibili. Un dato che dà molto da pensare.

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