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Coronavirus, l'indice dei contagi sotto l'1%, ma è dentro casa il nuovo fronte

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 Il contagio rallenta, ma a domanda che tutti fanno è: siamo tutti (o quasi) chiusi in casa, ma come mai anche ieri sono stati conteggiati 3.500 nuovi casi positivi. Cosa si può fare per rintuzzare verso il basso l' R con zero anche nelle regioni dove la circolazione del virus è stata massiccia e continua a essere significativa? Si chiede il Messaggero. Il professor Gianni Rezza, direttore di Malattie infettive dell' Istituto superiore di sanità, indica alcuni nodi: "Chiaramente l' isolamento domiciliare comporta un rischio maggiore di trasmissione intra-familiare, specie se non ci sono le condizioni adatte e se non si rispettano le regole".  C'è quindi l rischio che i conviventi, per quanto si faccia attenzione, siano contagiati. Per questo il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ieri ha confermato che si stanno cercando strutture ricettive dove possono restare in quarantena, lontani dalla famiglia, quei pazienti positivi che nelle loro abitazioni non hanno un totale isolamento, perché ad esempio c' è un solo bagno o una sola camera da letto.

 



 Per abbassare ulteriormente l' R con zero, si guarda a un' altra tipologia di luoghi in cui la moltiplicazione del contagio sembra inarrestabile e questo vale al nord (in misura maggiore), ma anche al centro-sud: le rsa e le residenze per gli anziani. Ultimo tassello: se si vuole evitare che l' R con zero torni a salire, bisogna, in tutta Italia e ancora di più nella fase due, essere chirurgici e tempestivi con le zone rosse. Ogni qual volta si manifesta un focolaio, bisogna chiudere e isolare, esattamente come si fa con un incendio, conclude Mauro Evangelisti del Messaggero.

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