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Indicazioni certe per il futuro: l'appello del settore wedding italiano al governo

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Indicazioni e tempi certi per la futura ripresa dei matrimoni e degli eventi in Italia, sospensione delle cartelle esattoriali e dei tributi per il 2020, accesso a finanziamenti a fondo perduto per le aziende e indennità per i lavoratori autonomi: sono queste le principali richieste lanciate dal settore del wedding italiano, che intende richiamare l’attenzione del Governo sugli effetti devastanti derivati dalla chiusura delle attività a causa del Coronavirus e della non certa data di riavvio, stimata in ogni caso non prima del 2021.

L’appello arriva dal comitato promotore dell’Associazione Wedding Industry italiana - un gruppo trasversale e spontaneo che sta raggruppando decine tra wedding planner, catering e altri operatori - ed è stato lanciato anche on line con una petizione che ha già raccolto oltre 2.000 firme e il sostegno di molti nomi noti e autorevoli del settore. Il comitato si rivolge alle istituzioni nazionali per accendere i riflettori su un settore che coinvolge migliaia di operatori, dai catering ai fioristi, dalle ville ai fotografi specializzati, dalle wedding planner ai service audio e luci, passando per DJ, musicisti, camerieri, parrucchiere, estetiste, tipografi, animatori e molti altri. Una vera e propria industria che, solo per quanto riguarda il settore dell’organizzazione di matrimoni per stranieri, conta oltre 50.000 aziende e almeno 70.000 famiglie che vivono di questo lavoro e che attualmente non sono neppure nominate in una Fase 3 di ripresa lavorativa.

Nello specifico, uno dei comparti che negli ultimi anni hanno visto un maggiore incremento e successo economico è quello del Destination Wedding, ovvero l’attività di organizzazione e coordinamento di un matrimonio (o di un evento privato) in Italia per cittadini stranieri non residenti. Questo comparto, strettamente connesso con il turismo, nel 2019 ha sviluppato in Italia un fatturato di 540 milioni di euro, in evidente crescita rispetto all’anno precedente (500 milioni di euro). Secondo uno studio del Centro Studi Turistici di Firenze, nel 2019 sono stati oltre 9.200 i matrimoni di stranieri in Italia (con una spesa media di 55mila euro per matrimonio), un fenomeno che ha generato oltre 473mila arrivi e oltre 1,5 milioni di presenze.

In questo settore prestano il loro servizio migliaia di piccole e medie aziende, tra cui oltre 8.500 location (hotel, ville, ristoranti), 2.000 catering, 8.000 studi fotografici, 2.500 floral designer, 6.500 gruppi musicali, 3.500 agenzie di wedding planners, per non parlare di tutto l’indotto. E’ quindi fondamentale che questo importante settore del turismo, che è una delle principali leve dell’economia italiana, riceva da parte del Governo indicazioni e tempi certi per consentire, nel rispetto delle regole e delle normative che saranno in vigore, la possibilità di calendarizzare di nuovo gli eventi e riprendere il lavoro.

Link alla petizione on line: 
https://www.petizioni.com/appello_per_il_settore_della_wedding_industry_in_itali 

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