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Il notaio "che lavorava troppo"? La sentenza: condotta anticoncorrenziale del Consiglio Notarile di Milano

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E’ diventato definitivo il provvedimento n. 27874, pubblicato il 12 agosto 2019, dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) circa l’illecito anticoncorrenziale del Consiglio Notarile di Milano nei confronti dei notai che lavorano troppo e a prezzi bassi.

Nella delibera dell’AGCM si legge “che il Consiglio Notarile di Milano ha posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza (…) idonea a limitare la concorrenza fra i notai del distretto notarile di Milano” e che il suddetto Consiglio dovrà astenersi “in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell’infrazione accertata». Link al procedimento.

Il procedimento istruttorio dell’AGCM, volto a verificare se il Consiglio avesse posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, in violazione dell’art.2 della Legge n.287/1990, inizia nel 2017 da una segnalazione del Notaio Paolo De Martinis, lo stesso che nel 2019 ha segnalato le modalità sospette di finanziamento del caso Siri. Il Notaio Paolo De Martinis era stato accusato dal Consiglio Notarile milanese di adottare una condotta lavorativa che si poneva in contrasto con i “valori medi” di riferimento a cui tendere, in termini di quantità di lavoro, di prezzi applicati e di utilizzo di metodi innovativi per lo svolgimento dell’attività. 

In altri termini era accusato di “eccesso di lavoro” e di applicazione di una politica di prezzi a ribasso. Per tale motivo era stato sottoposto dal Consiglio ad azioni disciplinari e sospensione dell’attività (sospensione durata 9 mesi) Secondo il Notaio, il Consiglio Notarile milanese aveva adottato nei suoi confronti una condotta distorta e sproporzionata del proprio potere disciplinare e da qui la segnalazione all’AGCM, che si è pronunciato in suo favore.

Il Consiglio Notarile aveva sostenuto di aver assunto, in conformità alla normativa, poteri di vigilanza e poteri disciplinari ai fini di verificare e controllare la condotta dei notai, che risponda alla legge e ai principi deontologici, nel rispetto della libertà e indipendenza organizzativa che ciascun notaio può praticare. Nel caso in questione, il Consiglio aveva ritenuto di dover far fronte a situazioni di “eccessivo lavoro” e di eccessiva disparità nell’elaborazione di pratiche tra un notaio e l’altro.

Per questo motivo il CNM, con il proposito di contenere o prevenire azioni che non fossero idonee alle linee guida dello stesso, o che portassero ad una diminuzione dei volumi di guadagno di alcuni notai a favore di altri, aveva inviato ai notai specifici questionari per acquisire i dati necessari a determinare la posizione economica di ciascuno sul mercato e valutare eventuali azioni in merito. 

Ma questa condotta di monitoraggio, controllo e sanzioni, posta in essere dal CNM tra il febbraio 2013 ed il gennaio 2017, è stata ritenuta “…un atto non necessario e proporzionato al potere di vigilanza”. Si deve inoltre tener presente che il Consiglio è costituito da notai in attività, come gli stessi notai posti sotto il loro controllo. Si è trattato quindi di una raccolta di “dati concorrenziali sensibili” dei vigilati da parte di coloro che vigilavano ma che sono essi stessi in regime di concorrenza.

A seguito del provvedimento dell’Antitrust, il notaio Paolo De Martinis, assistito dall’avv. prof. Bernardo Giorgio Mattarella, ha recentemente provveduto ad inviare al Consiglio Notarile di Milano, per l’illecito anticoncorrenziale accertato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, una diffida con risarcimento dei danni morali e materiali.

QUI LA SENTENZA

 

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