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Silvia Romano, i servizi segreti italiani contro Giuseppe Conte: gli errori imperdonabili

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Se invece di cedere al protagonismo avesse ascoltato i consigli dei servizi segreti italiani, pronti a garantire un rientro discreto di Silvia Romano, Giuseppe Conte avrebbe risparmiato una pessima figura all’Italia e un bel po’ di gogna accusatoria alla ragazza. Ne è convinto Il Giornale, che nell’edizione odierna ricostruisce tutti i passi falsi del premier dalle indiscrezioni sul riscatto alla collaborazione con gli 007 turchi fino al ritorno di Silvia in vesti islamiste. Il peggio di sé Conte lo ha dato nell’epilogo del caso, quando ha perso di vista la differenza tra l’azione dell’intelligence, per definizione oscura e discreta, e quella pubblica della politica.

 

 

Non c’è nulla di strano che la nostra Aise abbia lavorato con servizi segreti concorrenti o addirittura nemici, né che si sia accordata per un riscatto (anche se è illegale): ma tutto ciò doveva rimanere sepolto nelle stanze oscure dei servizi, come accade sempre per casi come questi. Oltre agli errori sul riscatto e sulla spettacolarizzazione del ritorno di Silvia, che si è rivelata un clamoroso omaggio propagandistico ai terroristi di Al Shaabab, secondo Il Giornale sono state disastrose anche le indiscrezioni sulla collaborazione con i servizi segreti turchi e con il Qatar: “Anche qui esecutivo e premier non sembrano aver colto l’essenziale differenza tra il livello della politica e quello dell’intelligence”. Questi, di fatto, i rilievi mossi dai nostri 007 contro un premier sempre più nel mirino.

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