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Luca Parmitano sapeva del coronavirus? Cosa non torna sulla smentita: l'ombra dei servizi segreti

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Luca Parmitano, comandante della Stazione spaziale internazionale e ufficiale dell’Aeronautica militare con 25 anni di servizio, ha combinato un  bel pasticcio. La tesi di aver confuso febbraio con novembre, quando ha affermato in ben due video della sua scoperta del coronavirus, sembra non reggere o perlomeno è sospetta. Questa la spiegazione che l'astronauta italiano ha fornito per spegnere le polemiche dopo la ricostruzione, da parte di Difesaonline, il sito giornalistico esperto in politiche militari fondato e diretto da Andrea Cucco, che ha scovato e scoperto il doppio errore. 

 

 

Dichiarazioni, quelle di Parmitano rilasciate a Petrolio su Rai Uno e Tg 2 Storie, che però sono in linea con le informazioni che l’intelligence Usa avrebbe fornito ad alcuni governi ben prima di gennaio 2020, agli studi di medici che parlano del Covid-19 in Italia già ad ottobre scorso. Una retrodatazione dello scoppio della pandemia avrebbe ripercussioni sulle responsabilità dei governi, compreso il nostro che, nonostante già il 5 gennaio indirizzava una circolare interna a regioni e ministeri sui primi “44 casi di Wuhan” e il 20 gennaio lavorava su dossier secretati che ipotizzavano anche 800 mila morti in Italia, fino al 21 febbraio non prese di fatto alcuna misura, tranne lo stato d’emergenza il 31 gennaio. Secondo Parmitano la colpa dell'errore è stata del calendario: “A bordo della ISS non utilizziamo il calendario, ma il Coordinated Universal Time (UTC). L’anno inizia con il giorno 1 e finisce con il giorno 365, e gli eventi vengono eseguiti in base a questa pianificazione. Di conseguenza è possibile confondere un mese con un altro poiché non vi facciamo mai riferimento, ma utilizziamo il giorno UTC”.

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