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Coronavirus, il piano d'emergenza dell'esercito contro la seconda ondata: magazzini già pieni e personale specializzato

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Le cifre del contagio da coronavirus in Europa tornano a fare paura. La curva sale, spaventosamente: 979.259 positivi, con un aumento, mercoledì, di 18.444 unità. Più 383 decessi in una giornata. Certo, in Italia la situazione è migliore, eppure siamo circondati da paesi che sembrano già dover fare i conti con la seconda ondata, ammesso che di seconda ondata si tratti (o siamo ancora alla prima?). Ovvio, dunque, prepararsi: l'autunno potrebbe portare pessime sorprese, soprattutto se i paesi vicini non riuscissero a contenere la pandemia. Tanto che, rivela Il Messaggero, l'esercito è già al lavoro su un piano anti-coronavirus. 

 

Insomma, la sanità militare in primissima linea, ancora una volta dopo esserlo stata in primavera, acquisendo competenze importanti per fronteggiare il Sars-Cov2: l'esercito ha dato un contributo fondamentale per scongiurare il collasso del nostro sistema sanitario. E ora, scrive il quotidiano capitolino, ha già riempito i magazzini con tutto il necessario per fronteggiare un ipotetico riacutizzarsi del coronavirus. L'esercito dispone già, per esempio, di 10mila maschere Ffp3, 300mila Ffp2e tre milioni di chirurgiche. Ma non è tutto: 100mila test sierologici, 6000 tute, 4000 occhiali e diverse migliaia di calzari e doppi guanti. Questo per quanto riguarda le protezioni individuali. Ci sono poi i mezzi, il parco auto, rafforzato con l'acquisto di quattro ambulanze per il biocontenimento che verranno dislocate a Roma e Milano. Si tratta di macchine speciali in grado di garantire il trasporto di positivi in condizioni di assoluta sicurezza e con assistenza di alto livello. 

 

E ancora, spiega Il Messaggero, ci sono 250 medici e 400 infermieri specializzati che l'esercito potrà dislocare in base alle emergenze, spostando rapidamente queste persone lungo tutto il paese. Accorgimenti e modalità di lavoro che erano state messe a punto nei mesi del lockdown e che potrebbero tornare utili in caso di ricaduta: un modello flessibile, con truppe leggere e trasferimenti rapidi, nella guerra contro il Covid-19 che si spera di non dover tornare a combattere nelle forme virulente degli ultimi mesi.

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