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Migranti in fuga col coronavirus, il poliziotto rivela. "L'ordine è non fermarli. La priorità è far guadagnare la macchina dell'accoglienza"

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L'ordine è preciso: "Non fermare i migranti in fuga". La denuncia, pesantissima, è degli agenti di Polizia impegnati nell'Agrigentino e alle prese con gli sbarchi quotidiani di disperati, spesso contagiati dal coronavirus, che una volta portati nei centri di accoglienza evadono, letteralmente, facendo perdere le loro tracce. "Siamo stanchi, siamo qui per niente", spiegano alcuni agenti al Giornale. Lo Stato ha portato in Sicilia i poliziotti da tutta Italia, pagando loro vitto e alloggio, ufficialmente per risolvere l'emergenza. Ma sembra tutta un'operazione di facciata, perché le consegne sono decisamente limitate. I migranti, secondo quanto risulta al Giornale da alcune ordinanze delle varie Questure, devono essere trattati "con umanità" in caso di fuga e semplicemente "invitati a rientrare". Se un immigrato irregolare, anche se positivo, si rifiuta, non c'è nessuno che lo possa fermare.

 

 



"La verità che nessuno dice - spiega un agente - è che siccome dal Viminale non sono arrivate regole chiare da seguire e siccome siamo in numero di molto inferiore rispetto agli ospiti dei centri, dalle questure i nostri superiori ci dicono chiaramente di lasciarli andare se dovessimo trovarci in difficoltà. Altrimenti potrebbe accadere come a Vicenza, dove un nostro collega ora si troverà punito per aver fatto il suo lavoro". Dai poliziotti arrivano accuse precise: "C'è una macchina dell'accoglienza che fa guadagnare i gestori delle strutture, i proprietari dei furgoncini che trasportano il cibo e molta altra gente. Si preferisce guadagnare che risolvere il problema. E noi stiamo a guardare impotenti". 

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