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Coronavirus, il professore Enrico Bucci: "Crescita più lenta, ma non siamo pronti alla seconda ondata"

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Per sconfiggere il coronavirus la strada è ancora lunga e il rischio è che il nostro Paese non sia attrezzato nel migliore dei modi. Lo spiega Enrico Bucci, professore di Biologia dei sistemi complessi alla Temple University di Philadelphia, in una intervista al Messaggero. "Ci aspettiamo una crescita nel prossimo mese, quanto questa sia grave è impossibile saperlo, ma, considerato il fatto che oggi siamo consapevoli del virus e abbiamo un monitoraggio attivo, oltre a maggiori attenzioni, è probabile che si tratterà di una crescita più lenta di quella della prima ondata. Sta a noi interromperla il prima possibile. Oggi il virus circola meno ed in fasce di età diverse da quanto avvenuto nella prima ondata".

 

 

Per evitare una seconda ondata di contagi? "Bisogna ricorrere al pooling, come alcune regioni già fanno, e sperimentare tecniche nuove, quali quelle approvate da FDA, che prevedono l'uso di strumenti anche diversi dal tampone. Chiudere, riaprire, chiudere di nuovo: mi sembra che le idee non siano molto chiare. Chiudere luoghi ideali per la propagazione del virus, come le discoteche, è corretto, ma bisogna pure pensare che una decisione a fasi alterne diventa fonte di discredito per chi la impone. Non credo comunque che siamo preparati a sufficienza. Per esempio, sono molto preoccupato per la necessaria ed inevitabile riapertura delle scuole: le condizioni in cui ci stiamo avvicinando a questo momento sono pericolose", conclude Bucci. 

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