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Nello Musumeci contro la giudice Quiligotti che ha sospeso l'ordinanza di sgombero di migranti: "Di sinistra, consulente di Zingaretti"

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Il Tar di Palermo ha sospeso l'ordinanza del governatore della Sicilia Nello Musumeci che imponeva lo sgombero di hotspot e centri di accoglienza per migranti entro le 24 dello scorso lunedì. Il decreto è stato firmato dalla presidente del Tribunale amministrativo, Maria Cristina Quiligotti, un magistrato che a Musumeci "non appare al di sopra di ogni sospetto". "Secondo una 'malalingua' - è la confidenza esplosiva di Musumeci - è stato consulente di Zingaretti che è il capo del partito più importate al governo. Abbiamo denunciato una amara realtà e di fronte a questa denuncia il governo nazionale fa finta di non capire e utilizza magistrati compiacenti".

 

 

 

La Quiligotti figurava tra i "saggi della Regione Lazio per la semplificazione normativa", anche se nel suo curriculum spiccano anche incarichi analoghi per il ministro leghista Calderoli e per la presidenza del Consiglio nel governo Berlusconi nel 2011. Secondo la Quiligotti, l'ordiannza della Regione Sicilia "va oltre i poteri delle Regioni" e si basa su un presupposto, quello del rischio sanitario da coronavirus dentro e fuori gli hotspot straripanti di migranti, non suffragato a parere della toga da "nessuna rigorosa istruttoria" che dimostri "l'esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario legato alla diffusione del Covid-19 tra la popolazione locale quale conseguenza del fenomeno migratorio". Parole che secondo Musumeci sarebbero la chiara dimostrazione di un pregiudizio ideologico. "Stiamo combattendo una battaglia di civiltà a difesa della salute di chi si trova in Sicilia, non solo dei siciliani, ma anche di quei migranti che vengono trattati da oggetto di speculazioni - sottolinea Musumeci -. Noi andiamo avanti, stiano tranquilli, non ci fermiamo al di quale di qualche prete spretato che si gira dal'altra parte.  Roma lo sappia. Se ne sono capaci, vincano questa battaglia, ma vincano con la forza della ragione, non con la ragione della forza". 

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