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Luca Palamara, processo a rischio per colpa di Piercamillo Davigo: va in pensione ma vuole restare nel Csm

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Piercamillo Davigo, magistrato in servizio da 42 anni, andrà in pensione il 20 ottobre, ma non vuole lasciare il Consiglio superiore della magistratura. Questa scelta, come riporta la Stampa, potrebbe creare diversi problemi. La domanda che ci si pone è: "Un magistrato eletto al Csm può restare anche quando non è più magistrato?". La risposta però è tutt'altro che semplice.

 

 

 

L'articolo 104 della Costituzione, infatti, prevede che il Csm sia composto per due terzi da magistrati e per un terzo da professori o avvocati eletti dal Parlamento in seduta comune. Ma non contempla affatto l'ipotesi di un magistrato che va in pensione durante il mandato. Non è possibile neanche guardare al passato, perché non è mai successo prima d'ora. Secondo Magistratura Democratica, la corrente di sinistra dell'Associazione nazionale magistrati, la permanenza di Davigo sarebbe "giuridicamente insostenibile e in netto contrasto con la legalità, oltre che sbagliata e incomprensibile perché creerebbe un terzo genere di membro del Csm, il non più magistrato". 
 
Davigo, intervistato da Giovanni Floris il 19 maggio, aveva detto: "L'articolo 104 della Costituzione dice che i membri del Csm durano in carica 4 anni. E l'età non c'entra niente. A mio giudizio non dovrei lasciare l'incarico". Si sono così create due fazioni: i pro Davigo, secondo i quali è obbligatorio essere magistrati solo al momento dell'elezione; e gli anti Davigo, secondo i quali invece il membro del Csm deve continuare a essere magistrato per tutto il mandato se deve rappresentare i suoi pari.

Questa situazione potrebbe avere delle ripercussioni sul caso Palamara, il magistrato ed ex membro del Csm ora accusato di corruzione. Se condannati da Davigo, infatti, Palamara e gli altri coinvolti nell'inchiesta potrebbero invocare la "illegittima costituzione del giudice", fonte di nullità della sentenza.

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