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Daniele De Santis, l'arbitro ucciso a Lecce. La svolta? "L'assassino ha lasciato biglietti insanguinati". La fidanzata ha gridato "Andrea"

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"Andrea, no!". Questo l'ultimo grido di Eleonora Manta mentre l'assassino, lunedì scorso a Lecce uccideva con un coltello da macellaio prima lei e poi il fidanzato Daniele De Santis. Decine di coltellate. contro lei funzionaria dell'Inps di 30 anni e lui 30 arbitro di serie C. 

Gli inquirenti lavorano sulle immagini di alcune telecamere di sorveglianza poste in una strada adiacente a via Montello, luogo dell'omicidio, hanno ripreso mentre si avvicinava a piedi al civico 2. Un volto scoperto ma difficile da riconoscere vista la bassa qualità delle riprese. Ma gli investigatori lavorano anche su un altro elemento: per terra, nel cortile, sarebbero stati trovati dei biglietti sporchi di sangue, persi dall'assassino prima delle fuga.

Intanto fonti inquirenti hanno smentito le voci trapelate nel pomeriggio ieri su un sospettato già interrogato, altre fonti vicine alle indagini parlano con insistenza di una persona che sarebbe al centro dell'attenzione degli investigatori. 

 

 

Una delle tracce seguite è appunto quella di quel nome, "Andrea" gridato da Eleonora prima di venire uccisa. Testimoni hanno raccontato di  avere visto poi fuggire un uomo con un coltello in mano, con il cappuccio di una felpa nera calato sulla testa, guanti neri e uno zainetto giallo sulle spalle. Gli accertamenti medico-legali non sono stati conclusi e proseguiranno oggi. Per questa ragione sono stati rinviati i loro funerali a Seclì, inizialmente previsti domani. "È stata un'aggressione anomala e cruenta, le famiglie non riescono a capire perché", dice il legale Mario Fazzini che ha partecipato agli accertamenti. "Erano due ragazzi normalissimi - aggiunge l'avvocato - e conducevano una vita tranquilla. Lei aveva da poco vinto il concorso come funzionaria dell'Inps. Le famiglie non riescono a farsene una ragione".

 

 

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