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Vaticano, non solo Becciu. Gli altri sei nomi nel mirino di Papa Francesco: si mira in altissimo

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Si allarga lo scandalo sui fondi del Vaticano. Oltre all’ormai ex cardinale Angelo Becciu, altre sei persone sono accusate a vario titolo di peculato, abuso di autorità e corruzione. E presto finiranno a processo, dopo essere stati già sospesi da Papa Francesco: lo scrive La Repubblica, secondo cui la Santa Sede ha deciso di accelerare nel procedimento dell’indagine sulla gestione dei fondi dell’Obolo di San Piero, che parte dall’acquisto spregiudicato tra il 2013 e il 2018 di un palazzo nel centro di Londra, con un investimento di circa 300 milioni. Investimento che si è rivelato svantaggioso per il Vaticano ma non per il finanziere Raffaele Mincione e per il broker Gianluigi Torzi, che avevano intascato rispettivamente 16 e 10 milioni di commissioni.

La svolta nell’inchiesta è arrivata proprio dopo l’arresto del broker, che tra l’altro era già nella black list delle banche europee quando il cardinale Becciu si rivolse a lui. Perché la Santa Sede aveva deciso di affidarsi a quella che era considerata una “figura ad alto rischio” in materia di riciclaggio? Ah saperlo… Fatto sta che oltre a Becciu, adesso ci sono altre sei persone sotto accusa: si tratta di monsignor Alberto Perlasca, già capo dell'ufficio che gestisce l'Obolo di San Pietro, monsignor Maurizio Carlino, capo dell'Ufficio informazione e Documentazione; due dirigenti della Segreteria di Stato, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi; il direttore dell'Aif (l'Autorità di informazione finanziaria) Tommaso Di Ruzza e un'addetta all'amministrazione, Caterina Sansone.

 

 

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