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Coronavirus, "contagio libero": migliaia di passaggi senza controlli né test alla frontiera tra Italia e Francia

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Avanti e indietro tra Francia e Italia senza controlli e test. Alla fine di settembre un'ordinanza del ministero della Salute imponeva l'obbligo di sottoporsi al tampone entro 48 ore a chi proveniva dalle zone rosse degli altri Paesi. Ma per gli ingressi in strada alla frontiera tra Italia e Francia non è stato previsto alcun controllo. L'onere del test e dell'autodenuncia all'autorità sanitaria sono affidati al senso civico del viaggiatore. Alcuni esperti delle unità di crisi liguri e piemontesi denunciano gli "ingressi incontrollati" come una ulteriore minaccia alla salute pubblica. Il vero fiume di auto che collega i due Paesi scorre lungo il corridoio alpino, che è fatto da due tunnel, Frejus e Monte Bianco, a settembre una media di 125.000 transiti quotidiani a testa, leggera prevalenza del traffico pesante nel primo caso (52%), di quello leggero (54%) nel secondo, con il Piemonte come primo punto di passaggio per entrambi.

 

 

 

 

Anche per questo, Alberto Cirio, presidente della Regione scrive il Corriere della Sera, ha chiesto aiuto al collega ligure Giovanni Toti, per sollecitare provvedimenti al governo nazionale, auspicando una improbabile chiusura dei confini.  Ieri sera, in Piemonte è stato registrato il record assoluto di contagi: 1.033, più del doppio di quelli del giorno prima (499). Nel settembre del 2019 c'erano stati 142.000 transiti verso l'Italia. Oggi siamo a 121.000, un dato importante dopo il crollo dell'aprile 2020, quando si passò dai 157.000 veicoli dell'anno precedente a 41.560. 

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