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Le Cenerentole piedone hanno finalmente trovato la scarpa

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Gianluca Veneziani
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Se fosse vissuto oggi, Francis Scott Fitzgerald avrebbe aggiunto la parola «lunghi» al verso «Io ti riconoscerò dai tuoi piedi ansiosi»; e Pablo Neruda avrebbe definito «grandi» «i tuoi piccoli piedi duri», cantati nella poesia I tuoi piedi.

Sarà forse per la necessità di ancorarsi meglio alla Terra, come vuole il nostro destino di terrestri, ma noi esseri umani stiamo diventando sempre più piedoni. E in particolare le donne, al posto del mito del piedino, stanno aggiornando i loro canoni estetici in base ai cambiamenti anatomici. Lo ha confermato qualche tempo fa uno studio del College of Podiatry di Londra, secondo cui dal 1970 a oggi il piede dell’uomo e della donna è “cresciuto” di almeno due taglie. Nell’uomo si è passati dal 42 al 44, e nella donna dal 36 al 38,5. Parallelamente all’aumento dell’altezza, si è sviluppata anche la lunghezza del piede: quello di un adulto maschio alto 1,75 oggi misura in media 28,5 centimetri, contro i 26,5 di chi è vissuto negli anni ’70. Il piede della donna invece, dai 23 centimetri di cinquant’anni fa, oggi arriva in media a 25. Un allungamento che potrebbe far contenti i podofili, ossia gli amanti dei piedi, ma che mette in difficoltà le donne dalle estremità fuori norma, le over taglia 40. Per misura di piedi, s’intende, non di girovita…

Sul mercato si faticano a trovare infatti calzature ad hoc per loro. E così queste creature rischiano di diventare nuove Cenerentole senza scarpetta, e non perché l’abbiano persa, ma perché non l’hanno mai trovata. A partire da questa carenza stanno sorgendo aziende che provano a soddisfare la domanda, sempre maggiore, di scarpe femminili con numeri grandi. In Italia ad esempio è sorta la startup Lurah, un brand di calzature per donna che propone solo taglie dal 41 al 45, con una ricerca mirata sia sull’aspetto stilistico che sul processo produttivo. 

La rivoluzione è concettuale e pratica. Finora si è pensato di applicare a scarpe dalle taglie grandi un design simile a quelle dal numero molto piccolo, con risultati estetici molto discutibili: più che scarpe per i piedi, sembravano scarpe fatte coi piedi. Lurah piuttosto, grazie a uno studio delle forme, delle misure e dei bilanciamenti delle modellistiche delle calzature rispetto alle altezze dei tacchi e alle punte, è riuscita a creare modelli iper-femminili capaci di mantenere l’armonia nelle proporzioni rispetto ad una maggiore lunghezza del piede. Anche per quanto riguarda la qualità del prodotto, finora si è fatto spesso ricorso a pellami sintetici, con materie prime provenienti dall’estero e senza investimenti dedicati a realizzare le varie componenti della scarpa in funzione di taglie forti. Lurah, al contrario, utilizza materie prime selezionate ed esclusivamente made in Italy, rinvigorendo la grande tradizione calzaturiera italiana, con una produzione interamente artigianale (non è possibile trovare i modelli Lurah riproposti  da altri rivenditori con l’applicazione del loro marchio). In aggiunta c’è anche la facilità dell’acquisto, che può avvenire cliccando semplicemente sul sito lurah.it.

In tal modo questo marchio* tutto italiano, creato per le donne da due donne, Natascia (che a sua volta calza il 44) e Vanessa Abruzzese, potrebbe soddisfare anche le richieste delle tante vip “piedone” che non vogliono fare salti mortali per non ritrovarsi scalze. Si pensi alle over 40 Elisa Isoardi, Serena Autieri e Federica Nargi (tutte taglia 41), o ancora a Caterina Balivo e Alena Seredova (taglia 42) e alle 42,5 Cristina Chiabotto ed Ema Stockolma. Senza citare le star internazionali Angelina Jolie (42), Kate Winslet e Uma Thurman (43), Nicole Kidman (43/44) e Paris Hilton (44).
Una trovata intelligente per donne piedone e intelligenti. Perché, come recita il proverbio, scarpe grosse, cervello fino…

* Vincitore PIN – Iniziativa promossa dalle Politiche Giovanili della Regione Puglia e ARTI e finanziata con risorse del FSE–POPuglia 2014/2020 Azione 8.4 e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
 

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