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La movida di Rimini trasloca a San Marino: come "fregano" i divieti anti-Covid, il caso scatena la polemica

Foto:  Lapresse

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La movida della riviera romagnola si è spostata a San Marino. Il microstato montuoso che sorge sui pendii del monte Titano da una settimana è diventa meta assai frequentata per aperitivi e cene. San Marino che come noto è una repubblica parlamentare che ha da sempre mantenuto rapporti privilegiati con l'Italia alla quale è legata da numerosi trattati e accordi bilaterali non si è omologata all'ultimo Dcpm italiano. Accade così che molti giovani e non solo ne approfittino per trascorrere qualche ore in libertà, nella Repubblica del Titano infatti bar e ristoranti chiudono da ieri solo alle 24, mentre palestre e piscine sono aperte. 

Il sindaco e il presidente della provincia di Rimini Riziero Santi e alcuni sindaci del territorio non sono d'accordo hanno scritto una lettera di appello "il virus non ha confini di stato"  per farsì anche il piccolo Stato si omologhi. I sindaci hanno fatto notare che in entrambi i territori (Rimini e San Marino) ci siano dei "limiti di saturazione fisiologici delle strutture sanitarie" da non valicare. Ma sopratutto hanno aggiunto che quando a marzo finirono in terapia intensiva alcuni pazienti sammarinesi i due territori concordarono una cabina di regia comune per adottare quelle "strategie condivise e allineate", "per un'efficace lotta contro la diffusione della pandemia". 

I proprietari del locali di San Marino non ci pensano affatto a chiudere. "Noi riceviamo molte telefonate di gente da fuori che s’informa, sicuramente ci aspettiamo un aumento di clienti dall’Italia" – dicono i gestori del ristorante Braschi al quotidiano La Stampa -"Qui lavoriamo in sicurezza, usiamo tutti i dispositivi e facciamo osservare il distanziamento. Speriamo che non ci facciano chiudere la sera anche qui, sennò andiamo tutti a gambe all’aria. (...) Nell’enoteca che dà sulla
stessa piazza sottolineano che la situazione nella repubblica è tranquilla: «Qui la movida non c’è mai stata, prima eravamo noi ad andare in Riviera – dice Jacopo Giusto, uno dei due soci -. A San Marino c’è una grande vivibilità, non siamo Las Vegas". Eppure già l’estate scorsa, quando le discoteche della costa erano sprangate, promoter e impresari venivano sul monte Titano a organizzare serate di ballo latino e un grande evento di musica techno, con polemiche annesse".

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