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Autostrade, intercettazioni-choc dei dirigenti un mese prima del crollo del ponte Morandi: "Sta su col Vinavil. Sti c***, io me ne vado"

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All'interno dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi (72 indagati), emergono intercettazioni choc. Come il messaggio WhatsApp fra Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, ex responsabile delle manutenzioni ed ex direttore centrale operativo di Autostrade per l'Italia (Aspi), ora entrambi agli arresti domiciliari. "I cavi del Morandi sono corrosi", gli scriveva Donferri  un mese e mezzo prima del crollo. "Sti c..., io me ne vado", la risposta di Berti. Lo stesso dirigente che nei giorni successivi al crollo, "abbia cancellato la conversazione, che evidenziava elementi di prova sulla consapevolezza dei problemi dei cavi degli stralli del Polcevera". Il punto, scrive il Corriere della Sera, sono le manutenzioni, sul quale la magistrata si sofferma, sottolineando "le gravi condotte criminose legate a una politica imprenditoriale volta alla massimizzazione dei profitti e la riduzione delle spese, a scapito della salute pubblica".

 

 

 

Un altro esempio è una conversazione sulla resina delle barriere "è difettosa e totalmente inefficace, è incollato col Vinavil", dice uno degli indagati. A verbale anche l'intercettazione di Gianni Mion, storico manager di casa Benetton. "Il vero grande problema è che le manutenzioni le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo e meno facevamo... così distribuivamo più utili... e Gilberto e tutta la famiglia erano contenti", che getta una ombra anche sulla famiglia di imprenditori veneti. Mion, oggi amministratore delegato di Edizione holding, la società che controlla Atlantia e dunque Autostrade per l'Italia, al telefono con il professor Giorgio Brunetti, ex amministratore di alcune società del gruppo Benetton: "Castellucci allora diceva 'facciamo noi'... e Gilberto eccitato perché lui guadagnava e suo fratello di più". E poi ancora su Castellucci (ex ad di Autostrade per l’Italia ai domiciliari) "sta cercando di seminare il concetto secondo il quale Gilberto Benetton e il cda di Atlantia erano a conoscenza delle omesse manutenzioni", scrive il giudice.

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