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Alberto Genovese, festini droga e stupri: una clamorosa svolta, ecco chi spunta tra gli indagati

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Alberto Genovese non operava da solo, aveva degli "aiutanti". L'ex ad di Facile.it, ora in carcere a San Vittore con le accuse di di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti, non organizzava i suoi festini a Milano in maniera autonoma. Come spiega il Corriere della Sera, c'era chi gli procurava la droga; chi invitava le ragazze, pur sapendo a quali rischi potevano andare incontro; chi faceva il palo e controllava che nessuno disturbasse Genovese quando era con le sue vittime.

Dalle indagini è venuta fuori innanzitutto la figura del domestico/buttafuori dell'attico vista Duomo, la location dei party scandalo. Si tratta di un giovane sudamericano. Fu lui ad aprire la porta ai poliziotti all'una e 40 dell'11 ottobre, proprio nel momento in cui il suo boss era intento a violentare la modella 18enne in stato di completa incoscienza nella sua stanza "blindata" (secondo le immagini delle telecamere interne). Gli agenti erano stati chiamati dal vicino, Roberto Bolle, per la musica alta e gli schiamazzi provenienti dall'appartamento. Il sudamericano, 33 anni, rispose loro che la festa era finita e soprattutto che Genovese non era in casa. Tuttavia pare fosse a conoscenza di quanto stesse facendo il suo capo in camera con la vittima. Secondo il Corriere, infatti, dalla lettura incrociata degli atti spunta che il domestico abbia dichiarato il falso ai pubblici ufficiali e quindi per questo potrebbe avere delle conseguenze.

 

 

 

Altra figura rilevante emersa dalle indagini è quella di uno dei migliori amici di Genovese, definito il suo braccio destro. Durante i festini, era lui che a un certo punto serviva e metteva a disposizione degli ospiti i vassoi con cocaina, chetamina e Mdma. Dopo l'arresto dell'imprenditore, l'uomo è andato (legittimamente) in una località di vacanza all’estero. Come riporta il Corriere, fu lui a invitare a quelle feste la ragazza appena 18enne che, da minorenne, aveva partecipato e poi denunciato i festini di Villa inferno a Bologna. 

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