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Coronavirus, a Palazzo Chigi spunta il "dossier-Natale": "Non sarà un liberi tutti", le ipotesi sul tavolo di Conte

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Dopo il Dpcm, Palazzo Chigi deve fare i conti con il dossier Natale. Quaranta giorni per prevedere cosa ne sarà del coronavirus e non solo. Dai vertici l'idea che trapela - stando a quanto riportato dal Corriere - è che con prudenza e in sintonia con le altri capitali europee, "qualche allentamento ci sarà". In sostanza, è il ragionamento che fa Giuseppe Conte, si potrà cenare e pranzare insieme la Vigilia e il 25 dicembre, ma con "pochi intimi" e rispettando le regole, mascherine e distanze. Nel caso in cui tutto porti a un appiattimento della curva dei contagi l'esecutivo sarebbe pronto ad abolire il coprifuoco dalle 22 alle 5, ma aggiungendo  una raccomandazione sul numero massimo di persone a tavola. Una cosa è certa: il premier non immagina "baci e abbracci, cenoni e tombolate".

 

 

Intanto l'indice Rt all'1,4 per cento è un buon segno, ma - mette le mani avanti Conte - non vuol dire che siamo fuori pericolo, ma che le misure stanno iniziando a produrre i loro effetti". Senbra ribadirlo anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che , in vista del nuovo Docm del 3 dicembre, reputa precoce la considerazione di allentamenti. A fargli eco Dario Franceschini: "Anche se la curva scende - ha detto il capodelegazione in riunione -, bisognerà fare un discorso chiaro. Tra messe, tavolate e negozi pieni è il periodo perfetto per far crescere il virus. Se rimuoviamo tutte le misure rischiamo di ripetere Ferragosto". La cautela dunque è d'obbligo. "Non sarà un liberi tutti" ha ripetuto anche il presidente del Consiglio tirato per la giacchetta: da una parte il virus, dall'altra la crisi economica.

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