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Coronavirus, effetto-varianti: "Terapie intensive oltre la soglia critica in quattro regioni"

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In Italia il bilancio sul coronavirus non si è ancora assestato e se la maggior parte delle regioni sono gialle è ancora proibito passare da una regione all'altra. Nel frattempo sono quattro le Regioni e le Province autonome italiane che superano il 30% di occupazione dei posti letto per pazienti Covid, soglia definita “critica” dal ministero della Salute. La regione che preoccupa di più è l’Umbria con il 60% di posti occupati, poi il Friuli Venezia Giulia che si attesta al 35%, Provincia autonoma di Bolzano con il 40%, e Marche al 34%.

 

 

 

Lo rivela l’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), che però dichiara un dato nazionale medio, che è fermo da molti giorni al 24%. Nelle altre zone d'Italia la situazione sembra migliorare: la Provincia autonoma di Trento scende sotto la soglia critica, attestandosi al 29%, stessa percentuale per la Lombardia e la Liguria, l’Abruzzo segna al 28% è stabile, come la Puglia, il Lazio è al 27%. Emilia Romagna, Toscana e Molise al 23%, Piemonte al 22%, Sicilia al 20%, mentre le restanti Regioni segnano tutte valori inferiori al 20%.

 

 

Preoccupano però gli ingressi di pazienti Covid-19 nelle unità di terapia intensiva: infatti l'aumento avviene da tre settimane in dieci regioni-province autonome. Lo rivela una ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). In una settimana gli ingressi in terapia intensiva sono infatti aumentati del 14% nella provincia autonoma di Bolzano e del 41% in quella di Trento, aumenti rilevati anche in Campania (22)%, Abruzzo e Sardegna (entrambe con il 24%), Basilicata e Umbria (entrambe con il 29%), Marche (32%), Molise (38%) e Toscana (58%).

 

 

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