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Le Iene, Alberto Genovese: chi cerca di vendere le immagini terrificanti delle violenze, un video-choc

Genovese

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Alle Iene, dopo la puntata in cui mandano in onda il servizio sull'imprenditore Alberto Genovese, denunciato per violenza sessuale da alcune ragazze e ora in carcere,  è arrivata una mail da un indirizzo di posta elettronica criptato in cui si legge: "Sono in possesso di diverse informazioni e immagini che riguardano il caso". Stefano Corti ha finto di essere interessato e ha incontrato queste persone. L'inviato delle Iene, prima di recarsi all'appuntamento, ha chiamato i due avvocati, dell'accusa e della difesa, e li ha avvisati di quanto successo. Loro hanno risposto di non saperne nulla di quelle immagini. 

 

 

Quindi l'incontro. Si tratta di un uomo e di una donna che chiedono dei soldi "da mettersi in tasca" in cambio delle immagini riprese nella casa di Genovese. I due specificano che non sono stati mandati né dall'accusa né dalla difesa. "Abbiamo lavorato due mesi su queste immagini, sono quattro camere. Abbiamo tanto materiale, abbiamo messo insieme tutto", aggiungono mentre mostrano le "prove" di quanto sostengono di avere. "Le immagini sono cruente, non so nemmeno se le puoi usare", dice la donna all'inviato delle Iene. "Ci sono le scene in cui lei è legata, non sono belle, forse non potrai mandarle in onda".

 

 

Interviene anche l'uomo, che specifica: "Non facciamo niente per niente". Corti finge quindi di volere una clip da mostrare al suo capo. La donna gli mostra diversi video. "Vogliamo fidarci di voi, non abbiamo risposto ad altre richieste. Ci hanno offerto 30mila euro", aggiunge.

Il video delle Iene si chiude qui. Stefano Corti sottolinea che "alle Iene non abbiamo mai pagato nulla". Quindi Corti risente gli avvocati dell'accusa e della difesa. Entrambi sottolineano la gravità del fatto, parlano di reati, di ricettazione. C'è un'inchiesta in corso e c'è il segreto istruttorio. Quelle immagini non possono e non devono essere mandate in onda. 

 

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