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Vaccino, Mario Draghi lasci comprare ai privati: solo tagliando la burocrazia si sconfigge il coronavirus

Mario Draghi

Renato Farina
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Chiediamo a Mario Draghi un atto di governo rivoluzionario. Incoraggi la libera iniziativa e alzi le sbarre per consentire alle aziende private che hanno dato magnifica prova di sé nella sanità e nella farmaceutica di procacciare, fabbricare, vaccinare gli italiani. Invece di tenere in gabbia il talento imprenditoriale e scientifico del nostro Paese come fatto sciaguratamente dal governo Conte, ad imitazione della Commissione Ue della Von der Leyen, sciolga le catene a quelli che davvero sono i migliori. Ne va la vita di due entità che dovrebbero interessargli entrambi: il suo governo e la sopravvivenza dignitosa del popolo posto sotto la sua guida.

Ci vengono in mente alcune istituzioni che figurano quali private, e che la propaganda di sinistra si diletta a sfregiare in nome della santità dell'inefficienza ministeriale, eppure esercitano un servizio pubblico, che più pubblico non si può, perché salvano chiunque, povero o ricco si rivolga a loro, del Nord o del Sud, senza che al malato costi una lira, grazie alla preveggenza riformatrice della ultra calunniata Regione Lombardia di Formigoni e Fontana. Due nomi bastano e avanzano: San Raffaele, l'Humanitas. Incarichi loro. Non si può? Cosa lo vieta? Si tratta del vigente pregiudizio sessantottino secondo cui pubblico coincide con statale. E gli imprenditori, specie in campo sanitario e farmaceutico, sono per forza vampiri che bevono il sangue dei cristiani. Noi quest' anno abbiamo imparato che a uccidere i cristiani (e qualche musulmano) è stata la tragica incapacità degli apparati dipendenti direttamente dai centri di potere romano di sovvenire alle necessità elementari di salvaguardia dei cittadini dalla pandemia. Distinguiamo: alla pubblica amministrazione appartengono medici ospedalieri e infermieri dei reparti sottoposti a rischi immani, così come operatori del 118 e dottori di base di frequente mal tutelati e lasciati senza istruzioni. Tutti hanno pagato un prezzo salato alla loro generosità. Idem le forze dell'ordine e numerosi insegnanti. Ma vaccini niente. Hanno le siringhe pronte anche i farmacisti. Ma nessuno che li metta in condizione di esercitare il loro servizio.

 

 

ECONOMIA DI GUERRA - Non c'è tempo da perdere. È tempo di economia di guerra. Si danno risorse a chi è in grado di fornire armi e vettovaglie per vincerla, altrimenti tutto è perduto. Non stiamo parlando di fidarci della filibusta con sede a Tortuga. Ci sono energie italiane formidabili. Professor Draghi, metta il nostro destino nelle mani di chi ha saputo trasformare in meraviglia per il mondo la propria propensione alla cura, e ha reso i laboratori con il loro marchio gli avamposti della ricerca mondiale. Li sfidi a dimostrare di essere più bravi dello Stato. Non diciamo di dar loro l'esclusiva. Applichi il principio di sussidiarietà, previsto dalla Costituzione e dai trattati europei. Collaborazione, non inimicizia e diffidenza: gli imprenditori non sono il diavolo. Il diavolo piuttosto ha lasciato le sue impronte di zoccoli biforcuti nell'inerzia governativa, nei litigi tra governo e regioni, nell'indolenza assassina dell'Unione Europea. Il famoso Recovery Fund fornisce sufficienti risorse di cassa per non lesina re, le si usi per la santa causa vaccinale.

 

 

Due piccoli esempi. Negli Usa, i fondi federali hanno fornito un miliardo di dollari alla Johnson & Johnson perché fabbricasse un vaccino. Fatto! Ora là si corre. Pragmatismo. In Italia? C'è un gioiellino. L'azienda Irbm di Pomezia ha sviluppato il vaccino anti Coronavirus insieme all'università di Oxford: il brevetto e la commercializzazione sono finite in mano alla multinazionale anglo-svedese AstraZeneca. Lo Stato non aveva provveduto ad assisterla come avrebbero fatto ne gli Usa. Chi ama di più il popolo? Risultato: siamo in ginocchio davanti alle multinazionali perché siano buone, e ci diano un po' della loro pozione, purché però, poffarbacco, ce la diano con lo sconto, se no niente.

STATALISMO - Una mentalità devastante che ha avuto e oggi ha i suoi araldi nel M5S (il Pd non c'è più), al punto che Il Fatto ha intrapreso una campagna contro Draghi perché si sta muovendo cercando e ovviamente pagando (funziona così, si lavora e si viene retribuiti) consulenze con chi è in grado di trovare carburante per la sopravvivenza. Guardiamo la realtà di oggi. La casa brucia. Chiamiamo chi ha l'idrante, urge la Canadair anche se la pilota un calmucco. Il fatto è che basterebbe pescare tra gli italiani in gamba. Invece. Liste intasate, difficoltà anche solo a iscriversi. Dall'alto dell'orrore burocratico non è piovuto antidoto come sotto un acquazzone tropicale - così in America, Gran Bretagna e Israele - ma è cascata in testa ai bisognosi di una punturina la diarrea delle arpie sotto forma di questionari, undici pagine utili a trasformare un'operazione semplice, tipo quando noi da piccoli inghiottivamo uno zuccherino contro la poliomielite, in un terzo grado con la lampada nelle pupille. Una faccenda delittuosa perché in nome del consenso informato si ruba la cosa più preziosa che è il tempo.

 

 

Dovrebbero leggere questi fogli, domandina petulante per domandina, a signori di 90 anni, perché rispondano se sono stati all'estero negli ultimi giorni (le Maldive?) o hanno frequentato posti infetti, magari discoteche. Forza Draghi, invece di insistere nella politica dei divieti, secondo un'impostazione statalistica debitrice delle ideologie del Novecento, liberi gli imprenditori italiani, la loro inventiva. Venezia conquistò il mondo e ci portò la seta. Noi ci accontentiamo di ruvidi vaccini. Ci sarebbe un precedente. Fu proprio l'attuale premier, al tempo di Ciampi e Amato, quand'era supremo dirigente del Tesoro, a promuovere la privatizzazione dell'argenteria di Stato per salvarci dal default (se non si vendeva a prezzi di saldo, e agli amici degli amici, sarebbe stato assai meglio, ma questo è un altro discorso). Oggi si tratta più semplicemente di dare la licenza di caccia a chi ha buona mira. Qualcosa Giancarlo Giorgetti ha fatto, stringendo un patto di collaborazione e di finanziamento con industrie farmaceutiche così da produrre vaccini. Ma gli impianti saranno in attività a fine anno. A costo di atti di pirateria internazionale, incarichiamo, come fece la Regina Elisabetta I d'Inghilterra con Francis Drake, i nostri corsari dei sette mari.

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