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AstraZeneca, il sospetto dietro lo stop della Germania: "Spinge per Pfizer". Ma a noi arriveranno solo le briciole

 Merkel e Von der Leyen

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Dopo lo stop al vaccino AstraZeneca reso inevitabile dall'alt di Angela Merkel che ha costretto a sua volta Italia, Francia e Spagna a sospendere il siero anglo-svedese, la Commissione europea cerca di indorare la pillola con qualche dose Pfizer, il vaccino prodotto dalla stessa Germania. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha spiegato che Pfizer-Biontech anticiperà a giugno la distribuzione di 10 milioni di dosi, che erano previste per la seconda metà del 2021. "Questi 10 milioni di dosi anticipate porteranno il totale delle dosi nel secondo trimestre sopra i 200 milioni. Questo darà agli Stati membri margine di manovra e consentirà di colmare le mancanze nelle consegne", annuncia la von der Leyen. 

 

 

Peccato che, sottolinea il Giornale, che le 10 milioni di dosi Pfizer non basteranno a coprire la voragine lasciata da AstraZeneca. Basta fare due conti. Le 10 milioni di dosi suppletive infatti dovranno essere distribuite nei 27 Paesi europei. E in Italia non garantiranno, da sole, più di un 1,35 milioni di somministrazioni, ergo 700mila vaccinazioni. Ben poco. 


L'impressione è che la Germania abbia cominciato una campagna contro AstraZeneca. Già a gennaio comparvero i primi articoli che mettevano in dubbio la sua efficacia sulla popolazione oltre i 65 anni. In realtà, mancavano dei test specifici su campioni di quell'età. Poi il gioco al massacro con la notizia delle prime morti. Insomma, Berlino, bloccando la somministrazione di AstraZeneca ha di fatto avviato una reazione a catena che ha costretto Italia, Francia e Spagna a prendere la stessa decisione.

 

 

La Gran Bretagna si è ben guardata dalla sospensione del vaccino. Anche perché le 270 vittime nelle ore successive al vaccino non sono state ritenute collegate alla somministrazione. Il sospetto è che la Germania spinga per il vaccino concorrente ad AstraZeneca, Pfizer-BiONtech. A fine dicembre la big pharma garantì infatti a Berlino 30 milioni di dosi in più rispetto ai 55,8 milioni assegnate dall'Ue. Sembra che la campagna tedesca anti-AstraZeneca dipenda più da interessi industriali e commerciali che non da preoccupazioni scientifiche. Ma ormai il danno è fatto. 

 

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