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Ciro Grillo, lo psicoanalista: "Denuncia in ritardo? Segno della gravità del trauma"

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Se la denuncia di uno stupro arriva in ritardo, vuol dire che il trauma è molto grave: la pensa così lo psicoanalista Luigi Zoja che, in un’intervista alla Stampa, ha commentato il caso del figlio di Beppe Grillo, il 19enne Ciro, accusato insieme a tre suoi amici di aver violentato una ragazza conosciuta in Sardegna nell’estate del 2019. “Lo spostamento temporale è segno della gravità del trauma che si vorrebbe rimuovere”, ha spiegato l’esperto, che così ha smentito il garante dei pentastellati. In un video choc di qualche giorno fa, infatti, Grillo aveva gettato un’ombra proprio sul fatto che la presunta vittima abbia denunciato diversi giorni dopo la notte incriminata.

 

 

 

Parlando delle condizioni in cui si sarebbe trovata la ragazza, poi, Zoja ha spiegato: “Si sarebbe infierito su una persona resa mentalmente fragile, dopo una notte passata in quel modo. Una violenza di fatto”. Nel suo ultimo libro, inoltre, lo psicoanalista ha evidenziato anche il fatto che spesso lo stupro produce silenzio: “Disumanizza la vittima e anche l’aggressore perché distrugge in entrambi la capacità di narrarsi”.

 

 

 

Secondo l’esperto, inoltre, in queste situazioni ha un ruolo fondamentale anche la scuola: “Dipende dai buoni o dai cattivi insegnanti. Con i social il loro compito è reso più difficile”. Parlando proprio di social e video, Zoja ha aggiunto: "L'episodio fa parte della degenerazione della cultura sociale. L'orrore e il sadismo di scambiarsi messaggi la dice lunga".

 

 

 

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