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Andrea Crisanti e la previsione sui 600 morti al giorno? "Non mi pento". Luca Zaia: "Non ho tempo da perdere con i maghi"

 Andrea Crisanti

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Tutta l'Italia sarà in zona gialla a partire da lunedì 24 maggio, l'indice di contagio Rt è in calo netto dallo 0,86 allo 0,78 e l'incidenza nazionale è di 73 casi settimanali ogni 100mila abitanti. I dati sono confortanti e ci permettono di dire che il tanto temuto effetto delle riaperture del 26 aprile non c'è stato. Per di più, se si proseguisse su questa strada, di qui al 21 giugno  - secondo le proiezioni del Cnr - tutto il Paese potrebbe essere in zona bianca, sperimentando così una situazione pre-Covid, dove tutte le attività sono aperte e bisogna solo mantenere distanziamento e mascherina.

 

 

 

Non tutti gli esperti, però, avevano previsto una situazione epidemiologica così positiva. Tutto il contrario. Uno dei più pessimisti era stato Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova, il quale alla vigilia delle aperture aveva detto che il governo si stava assumendo un rischio troppo alto e che si sarebbe potuti arrivare anche a 500-600 morti al giorno. "Si era sbagliato? Era stato troppo pessimista?", gli ha chiesto Corrado Formigli ieri sera a PiazzaPulita su La7. "Forse sì, ma non mi pento. Nessuno sapeva quello che sarebbe potuto succedere. Penso che dopo 125mila morti ogni vita conta", ha risposto lui.

 

 

 

A parlare delle previsioni sbagliate degli esperti è stato anche Luca Zaia in collegamento con Dritto e Rovescio su Rete 4. "I governatori si sono occupati in questi mesi della salute dei cittadini e delle vaccinazioni. Non ho tempo da perdere per fare i pronostici come i maghi in televisione. La verità è che poi partono dei messaggi che vengono ripresi dalla stampa internazionale e noi ne paghiamo le conseguenze", ha detto il governatore veneto. 

 

 

 

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