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Pedofilia, orrore a Milano: foto e video terrificanti di neonati. Abusi su una sorellina disabile: chi finisce in manette

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Quattro arresti e 7 denunciati per detenzione di materiale pornografico attraverso lo sfruttamento di minorenni. Lo hanno scoperto gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano che hanno perquisito 7 persone in Lombardia. L'indagine, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma (Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online) e guidata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, è partita dalla visione di materiale informatico sequestrato nell'ambito di un'indagine condotta nei mesi scorsi dalla Polizia Postale milanese, dove è stato scoperto un grande scambio di materiale pedopornografico, con oltre 100 video e foto raffiguranti bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni - nonché, in alcuni casi, neonati - coinvolti in atti sessuali con adulti, con altri minori e, talvolta, anche con animali. Il materiale veniva diffuso online, attraverso le più note app di messaggistica istantanea.

 

 

 

 

Per scoprire l'orrore gli investigatori della Postale milanese hanno dovuto farlo attraverso dcomplesse tecniche di anonimizzazione adottate dagli indagati per sottrarsi alla giustizia. Di fondamentale importanza l'attività di collaborazione di carattere internazionale, per scoprire le tracce informatiche da parte dei collaterali organi investigativi stranieri, che sono poi risultate utili alla identificazione degli indagati.

 

 

 

Tra i coinvolti figurano persone di estrazione sociale molto diverse: dallo uno studente appena maggiorenne, al distinto sessantenne impiegato in una nota società di telecomunicazioni. Grazie agli approfondimenti tecnici specialistici svolti sul posto, gli investigatori hanno anche scoperto che uno degli arrestati aveva realizzato e condiviso in rete dei video con abusi sessuali nei confronti di una sua giovane sorella, peraltro affetta da grave disabilità. Le perquisizioni, emesse dalla Procura Distrettuale di Milano, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email, spazi cloud e profili social. 

 

 

 

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