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Vaccino, Alessandro Cocco morto a 54 anni dopo J&J: "Torni a casa", ma la situazione precipita. Addio a tre giorni dal matrimonio

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Un'altra morte sospetta, molto sospetta. Alessandro Cocco, 54 anni di Roma, è morto nella serata di ieri, martedì 15 giugno, al policlinico di Bari: aveva ricevuto il siero Johnson&Johnson lo scorso 26 maggio. Da subito le sue condizioni erano apparse critiche, dal momento del ricovero.

 

Il 10 giugno, 11 giorni dopo l'inoculazione del siero a vettore virale, come AstraZeneca, l'uomo si è presentato in ospedale. Cocco, residente a Rutigliano in provincia di Bari, aveva ricevuto la sua monodose in un hub di Alberobello, quella che viene consdierata la "capitale dei trulli". Giovedì scorso aveva accusato i primi malori. Gli esami hanno evidenziato una trombosi venosa periferica e alcuni valori alterati relativi alle piastrine nel sangue. I medici gli avevano somministrato l'eparina, ma stando alle prime notizie, non avrebbero disposto il ricovero per il 54ennne.

 

Il giorno successivo, però, le condizioni di Cocco sono peggiorate in modo repentino, così si è recato al policlinico di Bari, dove il personale medico ha compreso subito la gravità della situazione. Le condizioni dell'uomo, infatti, sono apparse fin da subito particolarmente gravi a causa di una trombosi cerebrale. Anocra lei, insomma. Il quadro clinico con il passare delle ore è poi precipitato: Cocco è stato così trasferito nel reparto di terapia intensiva. E così si arriva a ieri, alle 13.30, quando i medici hanno accertato l'assenza di segnali all'encefalogramma, per arrivare a sera a dichiarare la morte dell'uomo. Tra due giorni, il 18 giugno, Cocco avrebbe sposato Milena Palumbo, 35 anni di Rutigliano, che come spiega Il Fatto Quotidiano è  direttore editoriale della casa editrice "NeP" di cui Cocco era fondatore.

 

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