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Variante Delta, "non so dove sono andato": contagi e omertà, ecco come ci stiamo suicidando

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La variante Delta del coronavirus è diventata predominante in tutta Italia e si sta ancora espandendo. E il Lazio, ovviamente, non fa eccezione. Le conferme, come riporta Il Messaggero, arrivano dal Seresmi, l'ufficio che dall'interno dello Spallanzani analizza l'andamento della pandemia, che nelle ultime ore ha censito come la temuta mutazione del Covid sia arrivata ad una circolazione dell’80,9% e che nel 92,7% dei casi chi si infetta o non si è vaccinato oppure è coperto soltanto dalla prima dose. 

 

E ancora, i maggiori contagi si registrano tra i ragazzi: l'età media si è drasticamente abbassata a 24 anni e, nel Lazio, l'indice Rt è arrivato a 2. Tengono però i ricoveri, con reparti ordinari e terapie intensive che ancora non hanno raggiunto i livelli d'allarme, restando nei parametri da zona bianca.

 

Ma il Seresemi lancia un grave allarme, spiegando come la variante Delta non mollerà la presa soprattutto perché diventa sempre più difficile garantire il "contact tracing", ossia il tracciamento del contagio. Si pensi al cluster divampato nel campeggio Sant’Anastasia a Fondi. "Qui - spiega Il Messaggero - a fronte di 550 turisti, 15 sono risultati positivi ma ieri l’Asl di Latina è riuscita a condurre i tamponi solo su 247 persone (tra cui 70 impiegati e dipendenti della struttura) mentre gli altri - 50 dei quali già in isolamento perché contatti diretti dei contagiati - non hanno svolto il test che sarà riproposto lunedì".

Insomma, il problema è l'omertà. Da diverse Asl della Regione e di Roma - quello del campeggio non è infatti l'unico caso - arrivano molteplici segnalazio di episodi di omertà da parte di chi viene trovato positivo e afferma di non sapere dove è andato, con chi ha trascorso la serata e via discorrendo. Un silenzio che, in prospettiva, rischia di costarci carissimo: nuovi morti e altre chiusure.

 

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