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Variante Delta, boom di contagi in Italia tra gli uomini tra i 20 e 40 anni: l'errore che costa carissimo

Alessandro Gonzato
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O tir a gir ha spinto gli azzurri ma anche i contagi dei maschi under 40, almeno così pare. C'è un rapporto dell'Istituto superiore di sanità che evidenzia l'aumento delle infezioni durante gli Europei e mostra che durante la fase finale della competizione sono state riscontrate via via molte più positività tra gli uomini che tra le donne. La correlazione è piuttosto sospetta. L'Iss ne ha fatto un caposaldo, o quasi, tanto che nel documento ufficiale ha attribuito «verosimilmente» tale tendenza «a feste e assembramenti per gli Europei di calcio». Vediamo nel dettaglio. La crescita comincia una decina di giorni dopo il debutto dell'Italia il 12 giugno all'Olimpico di Roma: allo stadio appena 16mila spettatori ma 15 milioni sono incollati allo schermo, all'aperto ma anche chiusi in casa con amici e parenti. 

 

Il 22 giugno la curva maschile dei contagi nella fascia d'età 20-29 comincia a risalire mentre quella femminile rimane pressoché piatta fino al 27-28 del mese, quando anche fra i 30-39 la differenza inizia a farsi marcata. È il giorno prima della semifinale Italia-Spagna, il 5 luglio, che tra i maschi 30-39 l'incidenza settimanale supera i 50 casi per 100 mila abitanti, mentre le femmine sono ancora ampiamente sotto. Che gli Europei possano aver favorito la circolazione del virus lo si capisce anche osservando l'andamento dei contagi tra gli 0 e i 9 anni, rimasta identica per maschi e femmine. La Nazionale avanza e l'infezione tra i ragazzi pure. La differenza diventa clamorosa il 12 luglio, l'indomani della finale contro l'Inghilterra, partita che ha raggiunto picchi di 27 milioni di spettatori in tivù: tra le femmine 20-29 l'incidenza è circa a 60 casi su 100mila abitanti, mentre nei maschi ha già sfondato i 100. Dieci giorni dopo la finale, prendendo in esame la popolazione tra i 20 e i 39 anni, mediamente ci sono state circa 300 positività in più al giorno tra gli uomini. 

Ma è sempre la fascia 20-29 quella in cui la differenza è maggiore: il 19 luglio l'incidenza nei maschi è a 150, quella delle femmine a 100. Ci limitiamo a riportare i numeri, e lungi da noi affermare che gli appassionati di calcio (quindi tutti noi) non avevano il sacrosanto diritto dopo un anno e mezzo d'inferno (pur con un po' di cautela) di sgolarsi per i contropiedi di Chiesa e le randellate di Chiellini. I contagi sono risaliti in tutta Europa, non solo per colpa delle partite, ma anche i dati inglesi sono eloquenti. Il giorno della finale la differenza tra il numero di nuovi contagi maschili e femminili era di circa 4.500. Aparte un paio di giorni dopo la finale di Champions League, il 29 maggio tra due squadre inglesi, i contagi maschili da metà giugno al 19-20 luglio sono sempre stati di gran lunga superiori. Una ventina di giorni dopo la fine degli Europei, in Inghilterra il "sex gap" s' è azzerato. Il problema Oltremanica sembra legato agli ammassamenti nei pub. 

 

Da noi nei salotti di casa. Per intenderci: "la trattativa Stato-Bonucci" come l'ha battezzata il Fatto Quotidiano (Bonucci s'è impuntato per festeggiare col pullman scoperto in giro per Roma tra la folla) avrà sicuramente influito, ma fino a un certo punto. Altrimenti chi scrive che «la trattativa è stata più umiliante di quella con Genny 'a Carogna (ultrà del Napoli con una sfilza di precedenti) dovrebbe spiegarci perché a maggio i festeggiamenti in piazza per lo scudetto dell'Inter non hanno provocato un aumento significativo di contagi.

 

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