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Matteo Bassetti "in crisi di identità": sospetto sulle comparsate in televisione e il telefonino

Salvatore Dama
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Assaporare il gusto della notorietà. E poi non poterne fare più a meno. I quindici minuti warholiani sono diventati quindici mesi. Ma quanta fatica costa, ai virologi, rimanere sempre sulla cresta dell'onda? Che succede quando il telefonino smette di squillare e tocca mettersi il camice solo per andare in corsia? Succede che, per mantenere il focus su di sé, devono alzare il tiro. A volte contraddicendosi. E allora vai con le crisi di identità. Si segnalano tre casi negli ultimi giorni. In realtà diversi tra di loro. C'è il professor Matteo Bassetti che si duole per essere stato mollato dalla destra. Prima lo hanno eletto a eroe dei virologi anticonformisti. Poi, ora che spinge per la vaccinazione universale, non se lo filano più, per paura di perdere il voto dei no vax.

 

 

Quindi c'è il professor Massimo Galli, prezzemolino televisivo, che nutre dubbi sulla terza dose del siero anti Covid. Infine c'è Andrea Crisanti. Che deve spararla sempre più in alto degli altri. E ora sostiene che il green pass sia una autentica cappellata. Bassetti affida il suo sfogo al Corriere: «In qualche modo sono diventato una specie di idolo della destra perché ho sempre ritenuto sbagliato il terrorismo mediatico sul Covid e i bollettini che, almeno in certi momenti della pandemia l'anno scorso, ci informavano, ossessivamente, ogni giorno, della situazione di morti e ricoverati. Questo mio modo di fare comunicazione è piaciuto a una certa area politica». Ora però le cose sono cambiare e l'amore è finito. «Se Bassetti non piace più», aggiunge il prof genovese parlando in terza persona, «non è un mio problema. Io porto avanti le ragioni della scienza. Sui vaccini non si deve discutere ed è inaccettabile che un politico si metta contro di loro: è un atto gravissimo contro lo Stato. Voglio vedere questi politici, che fanno le cicale d'estate, cosa risponderanno in autunno quando ci sarà la ripresa di tante attività e soprattutto delle scuole. E le probabilità di contagio aumenteranno».

 

 

Invece Galli, l'uomo delle certezze granitiche, cede al dubbio. È utile fare la terza dose del vaccino? Non ne è sicuro: «Noi che facciamo i medici, e che siamo in contatto costante con persone fisiche che possono avere certi problemi, ci stiamo battendo da tempo perché in determinate situazioni si possa applicare e ufficializzare l'utilizzo della misurazione degli anticorpi. Non saranno in assoluto il miglior test del mondo», spiega a SkyTg24, «ma da questo punto di vista sono il miglior test disponibile per vedere se uno ha avuto una risposta e poi se questa risposta la mantiene». Andrea Crisanti, dopo aver sposato le tesi dei rigoristi del governo, adesso li accusa di essere diventati dei mollaccioni: «L'esecutivo sul Green pass mente e lo fa in modo pericoloso. Direi che creiamo ambienti sicuri se tutti al loro interno hanno il Green pass è una fake news bella e buona». Il docente di microbiologia all'Università di Padova si sfoga con il Fatto quotidiano: «Il Green pass aumenta la percentuale di vaccinati, ma non è una misura di sanità pubblica come viene fatta passare dal governo in modo errato», spiega . «È rischioso. Il Green pass viene millantato come misura per creare ambienti sicuri ma non ha senso, niente di più falso».

 

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