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Papa Francesco, perché nessuno indaga su chi lo vuole morto? Il pesantissimo sospetto di Antonio Socci

Antonio Socci
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«Sulla "congiura" denunciata dal Papa le possibilità sono solo due: è falsa, e va ridimensionata ufficialmente, oppure è vera e allora intervenga la giustizia vaticana e le sue leggi». Questo è il lungo titolo di un articolo apparso ieri sul sito paravaticano Il Sismografo e firmato dal suo stesso direttore Luis Badilla. Bisogna tenere presente che non si tratta un sito "conservatore" o anti-bergogliano. Tutt' altro. È progressista e bergogliano, molto vicino agli ambienti della Curia, quindi svela l'aria che tira Oltretevere. Papa Bergoglio sembra ormai in guerra con tutti, pure contro quella Curia che lo ha voluto papa e lo ha poi sostenuto. Emblematico è il processo al card. Becciu che è stato negli anni un suo devoto sostenitore e il suo più stretto collaboratore. Nelle ultime ore il clima si è fatto ancora più pesante, per le dichiarazioni del papa in Slovacchia a cui allude il titolo del Sismografo.

 

 

Ecco le clamorose parole di Bergoglio: «Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il Conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene». A dire il vero a parlare della gravità delle sue condizioni di salute fu lo stesso Bergoglio quando dichiarò: «Un infermiere mi ha salvato la vita» (si riferiva all'operatore sanitario che il 4 luglio gli consigliò di andare subito al Gemelli a farsi operare). In quell'intervista aveva anche detto: «Quando un Papa è malato, si alza un vento o un uragano di Conclave». In effetti è normale, da sempre, in Vaticano e nella Chiesa discutere sul futuro quando si ha un papa di 85 anni ricoverato in ospedale con seri problemi. Così è stato anche stavolta. È quell'"aria di Conclave" di cui Libero aveva dato conto il 23 agosto. Ma in Slovacchia Bergoglio è tornato sull'argomento con le parole inaudite che abbiamo citato. Mai un papa aveva esternato così, almeno nei tempi moderni.

IL MONARCA
Giovanni Maria Vian, storico ed ex direttore dell'Osservatore Romano, al Corriere della sera ha detto: «In effetti questo è nuovo. È il suo stile. Oppure si può dire che è un ritorno all'antico, quando i Papi intervenivano contro i loro oppositori, non più tardi del Cinquecento». Si comprende da queste parole che Bergoglio ha una concezione monarchico-rinascimentale del suo papato e forse è proprio da questa sua idea del potere che derivano la sindrome dell'assedio, il clima di sospetto, il timore di congiure e il vedere nemici dovunque. La sua dichiarazione è così dirompente e getta un tale sospetto sulla Curia, che il Segretario di Stato Parolin ha dovuto candidamente chiamarsene fuori, dichiarando: «Probabilmente il Papa ha informazioni che io non ho. Sinceramente non avevo avvertito che ci fosse questo clima... Il Papa probabilmente fa queste affermazioni perché ha conoscenze e ha dati che a me non sono pervenuti».

Le sue parole sono state interpretate così dai media: «Papa Francesco smentito da Parolin. Il cardinale: nessuna congiura. Santa Sede, il segretario di Stato non avalla l'accusa di Bergoglio su trame ai suoi danni durante la malattia. "In Curia clima sereno"» (titolo di Qn). Dall'HuffPost è arrivato quindi un attacco di Maria Antonietta Calabrò: «L'inaudito controcanto di Parolin al Papa. Mai prima un segretario di Stato ha corretto pubblicamente il Pontefice». L'articolista ritiene che Bergoglio sia irritato con la Segreteria di Stato anche per «l'incontro tra Matteo Salvini e il Segretario per i rapporti con gli Stati arcivescovo Paul Callagher». Così anche il card. Parolin è finito nella tempesta. Quale sia dunque, oggi, il clima in Curia lo mostra l'articolo del Sismografo, che definisce quelle di Bergoglio «frasi sorprendenti, sconcertanti e insidiose... che denunciano l'esistenza di "una congiura di palazzo"... "congiura" denunciata dal Pontefice senza mezzi termini e in modo diretto. Una vera bomba ad orologeria». Badilla rileva però che il papa ha lanciato quella "bomba" senza rivelare né i nomi, né i luoghi, né le circostanze.

Quindi un'accusa grave e generica. Perché? Il direttore del Sismografo fa alcune ipotesi: «un errore del Pontefice che non sempre parlando a braccio usa le parole giuste (per esempio, in quest' ultimo anno ha detto ben due volte che Dio nell'incarnazione "si è fatto peccato" - sic)». Oppure «si è trattato di una leggerezza del linguaggio poiché, come si sa da quando era Provinciale dei gesuiti in Argentina, non sempre frena l'uso di aggettivi poco carini addirittura nei confronti dei suoi collaboratori. L'uomo è irruento e impulsivo e negli ultimi tempi è riemersa la sua personalità autoritaria, che lui stesso ha criticato pubblicamente». Terza ipotesi: «Voleva mandare alcuni messaggi a certe persone oppure voleva distrarre l'attenzione mediatica» da alcuni suoi infortuni o «dal pasticcio che creò con la "questione Orbán", dalla quale tra l'altro la sua immagine e credibilità sono uscite danneggiate». Infine si può ipotizzare che Francesco, con la storia della presunta congiura, sia «scivolato nelle tenebre delle chiacchere cosa che ha condannato decine di volte».

 

 

LE IPOTESI
Quale che sia l'ipotesi giusta, secondo Badilla «il Santo Padre a questo punto ha una sola via d'uscita possibile: consegnare alla giustizia vaticana... tutta la documentazione - nomi, cognomi, luoghi e circostanze dei "prelati che preparavano un conclave" - e che servono per dare sostegno giuridico alla gravissima denuncia di un reato - per ora presunto - che si configura quando ci si organizza per portare a compimento un'azione di questa natura». Perché «nel mondo delle nazioni e delle comunità civili, basate sul diritto, questo si chiama "golpe"». Badilla trae questa pesante conclusione perché il papa non ha parlato «di ecclesiastici e/o laici che discutono sul futuro Papa (cosa che si fa - legittimamente e naturalmente - tutti i giorni da secoli)», ma ha usato «espressioni puntuali eben circoscritte. Dice: sono vivo "nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave"». In conclusione, afferma Badilla, quello che ha dichiarato papa Francesco «o è falso o è vero. Se "falso" si faccia capire che è stato un errore imprudente. Se invece è vero, si presentino le prove davanti al Tribunale vaticano». Per ora la denuncia della presunta congiura al Tribunale vaticano non si è vista (e probabilmente mai si vedrà). Tuttavia sono ben visibili le macerie della Chiesa.

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